La manovra approvata dalla Camera. Renzi, 30-50 euro a pensioni basse

Premier Matteo Renzi speaks during a joint press conference with Economy Minister Pier Carlo Padoan on Monday in Chigi Palace, Rome, 28 November 2016. ANSA/ ALESSANDRO DI MEO ------------------------------------------------------------------------------------------
Premier Matteo Renzi speaks during a joint press conference with Economy Minister Pier Carlo Padoan on Monday in Chigi Palace, Rome, 28 November 2016.  ANSA/ ALESSANDRO DI MEO ------------------------------------------------------------------------------------------
Premier Matteo Renzi speaks during a joint press conference with Economy Minister Pier Carlo Padoan on Monday in Chigi Palace, Rome, 28 November 2016.
ANSA/ ALESSANDRO DI MEO
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ROMA. – La manovra incassa il primo via libera del Parlamento: 290 i sì, 118 i no. Nessuno stravolgimento durante il primo passaggio in Parlamento: i capisaldi – come ha sottolineato il premier Matteo Renzi – non sono stati modificati. Ora la palla passa al Senato e i margini per ulteriori modifiche dipenderanno in gran parte anche dall’esito del referendum.

Il presidente del Consiglio rivendica, in una conferenza stampa con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a Palazzo Chigi, di aver tagliato le tasse: alle aziende ma anche ai pensionati più poveri. Gli assegni sotto i mille euro, fa i conti, avranno tra i 30 e i 50 euro in più. Insomma, meno degli 80 euro sperati – riconosce – ma comunque un passo avanti.

Renzi e Padoan, a una settimana dalla consultazione sulla riforma costituzionale, lanciano messaggi rassicuranti: nessun rischio di esercizio provvisorio, dice il premier, il Senato va avanti e avrà anche il tempo per nuove modifiche al ddl bilancio.

A partire dalla questione della sanità tarantina, su cui – dice il premier – è in atto una “mistificazione. Tutto ciò che serve per Taranto – prosegue – lo faremo, ma trovo la polemica strumentale”. Compreso il sit-in in programma per il prossimo sabato davanti Palazzo Chigi e al quale parteciperà anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

E comunque, ribadisce più volte in conferenza, la responsabilità dello stop alla tranche da 50 milioni di euro è del Parlamento e in particolare – punta il dito Renzi – del presidente della commissione Bilancio che lo ha “dichiarato inammissibile”.

Un rimpallo di responsabilità dal momento che nei giorni scorsi è stato proprio il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), a chiedere al governo “di spiegare il no all’emendamento” registrato durante i lavori parlamentari.

Taranto a parte, in generale, la direzione intrapresa dal governo è però quella giusta, sottolinea il titolare del Tesoro: a confermarlo anche l’Ocse che “dà il debito in calo nel 2016. La solidità finanziaria del Paese – osserva dunque Padoan – continua ad essere perseguita”.

Altro che Achille Lauro, ironizza il premier. E una volta che il ddl bilancio passerà all’esame del Senato, dove l’iter entrerà nel vivo solo dopo il ponte dell’8 dicembre, sulla carta saranno diversi i capitoli che potranno essere ulteriormente migliorati: banche, enti locali e giochi sono i nodi in attesa di essere sciolti.

Eppure, per le opposizioni l’esame della manovra anche quest’anno si tratta di “un’occasione persa”: per Stefano Fassina di Sinistra Italiana il governo Renzi “conferma la linea di politica economica centrata sugli incentivi agli investimenti privati” mentre il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta definisce la conferenza stampa una “ridicola messa in scena in TV”. La manovra è – dice la Lega – “un’illusione elettorale”. “Giuda”, traditori”, attacca in Aula durante le dichiarazioni di voto il deputato M5S Giorgio Sorial.

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