Obama passa il testimone a Merkel: Trump non ceda a Putin

FILE - In this June 7, 2011 file photo. U.S. President Barack Obama, right, presents German Chancellor Angela Merkel with the Medal of Freedom (ANSA/AP Photo/Pablo Martinez Monsivais, FILE) --------------------------------------------------------------------------------------------
FILE - In this June 7, 2011 file photo. U.S. President Barack Obama, right, presents German Chancellor Angela Merkel with the Medal of Freedom  (ANSA/AP Photo/Pablo Martinez Monsivais, FILE)  --------------------------------------------------------------------------------------------
FILE – In this June 7, 2011 file photo. U.S. President Barack Obama, right, presents German Chancellor Angela Merkel with the Medal of Freedom (ANSA/AP Photo/Pablo Martinez Monsivais, FILE)
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BERLINO. – Senza una Hillary Clinton cui passare il testimone e con un Donald Trump pronto a fare tabula rasa di tante costruzioni, nel suo viaggio d’addio Barack Obama è passato da Berlino per indicare che una continuità della sua leadership deve fare perno sulla cancelliera Angela Merkel.

Dopo la cena mercoledì sera in un grande hotel della capitale tedesca e il colloquio di due ore nella cancelleria, nella conferenza stampa congiunta Obama ha esortato il suo successore a non piegarsi alla Russia, affidando l’incarico anche (e soprattutto) alla Merkel, “l’ultimo leader rimasto fra i nostri più stretti alleati dai tempi in cui ho assunto l’incarico”. Insomma, ha osservato, “siamo i veterani che hanno affrontato le sfide degli ultimi otto anni”. Che in larga parte hanno avuto il profilo di Vladimir Putin.

L’encomio per la leader che resta da parte di quello che va non poteva essere più completo e convinto. Per metterlo ben chiaro in video (sul primo canale pubblico tedesco Ard) e nero su bianco (sul settimanale Der Spiegel), Obama ha dichiarato che “Angela gode di grande credibilità ed è pronta a lottare per i suoi valori”: “I tedeschi dovrebbero stimarla, e io la stimo come partner”.

Poi in conferenza stampa, oltre a chiamarla “meravigliosa amica”, le ha riconosciuto altre “qualità di leadership”, definendola “una dura” e sostenendo che “non avrei potuto immaginarmi una più stabile, più affidabile partner sulla scena mondiale”.

“Non siamo sempre d’accordo”, ha ammesso Obama, sottolineando tuttavia la comunanza sui “valori fondamentali” e la “sua integrità, il suo amore per la verità, la sua riflessività”.

Insomma, come ai tempi di Henry Kissinger l’America continua a non sapere quale sia il numero dell’Europa ma il prefisso tedesco 0049 lo conosce e Obama ha anche mimato con la mano una cornetta telefonica auspicando contatti con la cancelliera anche da privato cittadino.

“Se fossi tedesco, se potessi votare, sarei un suo sostenitore”, ha detto il presidente uscente con un endorsement a una quarta storica candidatura di Merkel, data ormai per scontata ma su cui manca ancora l’annuncio ufficiale della cancelliera, atteso forse per domenica.

Nei confronti della Russia, “spero che il presidente eletto Donald Trump manterrà un approccio costruttivo, con aree di collaborazione, ma senza cedere quando Mosca devia dai valori e dalle norme internazionali”, è stato l’auspicio di Obama, che si è detto “cautamente ottimista” e comunque “incoraggiato” dalle parole del tycoon sull’impegno “che non cambia” nella Nato.

Merkel, nel confermare che farà “di tutto per collaborare bene” anche con Trump, come annunciato fin subito dopo l’elezione, si prepara comunque a un certo disimpegno di Washington, che andrà compensato dall’Europa: “Prendo sul serio l’indicazione del presidente che la Germania, ma anche i paesi europei nel complesso, dovranno impegnarsi di più nella Nato”, ha detto.

La cancelliera, ricambiando gli elogi, ha colto l’occasione per ricordare a Obama le “ore difficili” delle relazioni fra Usa e Germania vissute nel 2013 con le rivelazioni sul Datagate, l’attività di spionaggio dall’Agenzia per la Sicurezza Nazionale statunitense (Nsa) anche sulla cancelleria di Berlino.

Ma il complesso della lunga conferenza stampa è stata orientata al futuro senza Obama. Accordo sul commercio transatlantico quasi fatto ma non firmato, intese mondiali sul clima in pericolo, che fare con Assad in Siria, l’Ucraina: sono molti i temi sul tappeto di cui Obama parlerà nell’ultimo vertice con gli alleati europei, sempre a Berlino, dove sono attesi il premier Matteo Renzi, il presidente francese Francois Hollande e i capi del governo britannico, Theresa May, e spagnolo, Mariano Rajoy. Prima di lasciare l’Europa, per l’ultima volta, da presidente degli Stati Uniti d’America.

(di Rodolfo Calò/ANSA)

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