Terremoto: tornano i “monument’s men”, trecento opere in salvo

Terremoto: tornano monument's men, 300 opere in salvo
Terremoto: tornano monument's men, 300 opere in salvo
Terremoto: tornano monument’s men, 300 opere in salvo

ANCONA. – Sono 118, tutti volontari. Molti hanno ripreso in mano casco e guanti appesi dopo il sisma di Marche e Umbria del 1997. Sono i “monument’s men” del Gruppo di Protezione civile della Colonna mobile delle Marche. Dal 7 novembre a oggi hanno messo in salvo 300 opere d’arte – statue, dipinti, arredi – nelle chiese e nei palazzi storici devastati dal sisma a Sarnano, Visso e Caldarola.

Un lavoro straordinario, una corsa contro il tempo, le scosse che continuano e la pioggia, per tentare di salvare l’immenso patrimonio che caratterizza le Marche, fin nei centri di montagna più sperduti. La regione è un museo diffuso, con i suoi 100 teatri storici, 315 biblioteche, 400 musei e raccolte private, oltre mille edifici tra abbazie, chiese romaniche e santuari, rocche e castelli, più 35 aree archeologiche.

Purtroppo decine di questi monumenti sono stati danneggiati o letteralmente distrutti dal doppio terremoto del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre scorsi. Una specie di via crucis lungo il cammino francescano, la via Lauretana, due antiche vie romane, e 22 borghi storici. Luoghi in qualche caso polverizzati, come Arquata del Tronto o Castelsantangelo sul Nera, o comunque seriamente compromessi.

In questi tre mesi, troppi campanili e cappelle sono venuti giù, anche per colpa della farraginosità delle normative sulla messa in sicurezza (ora superata dal nuovo decreto del Governo), ma i volontari sono intervenuti appena hanno ottenuto l’autorizzazione ad entrare nelle ‘zone rosse’.

In Italia il volontariato al servizio del patrimonio culturale in emergenza è nato proprio nelle Marche, con il sisma del 1997, quando Federico Zeri si aggirava sconsolato in diretta tv fra i calcinacci del Palazzo ducale di Camerino e chiamava la gente del posto a raccolta.

Nel 2007 venne firmato un Protocollo nazionale, rinnovato a tutt’oggi, che vede coinvolti la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici delle Marche, il Dipartimento di Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento per le Politiche integrate di Sicurezza e per la Protezione Civile della Regione Marche e Legambiente.

I 118 volontari sono persone di ogni età, unite dalla passione per il territorio: restauratori, storici dell’arte, architetti, tecnici o semplici operatori, che mettono le loro competenze a disposizione del Segretariato Marche del Mibact. Operano fianco a fianco dei vigili del fuoco e dei Carabinieri del gruppo Tutela Beni Culturali.

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