Partiti circa la metà dei voli continentali

Si attenua l’emergenza nel trasporto aereo europeo legata alla nube di cenere vulcanica. La riapertura del 75% degli scali ha permesso ieri di effettuare la metà dei 28mila voli previsti, ha reso noto Eurocontrol, l’agenzia che controlla il traffico aereo continentale. In una nota per fare il punto sull’emergenza provocata dalla nube di cenere vulcanica, Eurocontrol ha spiegato come per ieri fossero in programma 14mila voli nello
spazio aereo europeo.

Dopo cinque giorni di caos, arriva quindi una schiarita per i milioni di passeggeri lasciati a terra dallo stop ai voli, grazie alle parziali riaperture giunte dopo l’accordo dai ministri dei Trasporti dell’Unione europea. Ma per un ritorno alla normalità in tutta Europa bisognerà attendere almeno fino a
giovedì.

Riaperto lo spazio aereo italiano: i primi voli sono partiti da Fiumicino (due voli per Milano e uno
per Amsterdam) e dagli scali di Malpensa e Linate (collegamenti nazionali). Lufthansa ha fatto partire 200
dei voli ieri, circa il 15 per cento del totale dell’orario. Brian Flynn, vicecapo unità di Eurocontrol, ha spiegato
che parecchi aerei hanno volato anche nella zona gialla, ovvero quella tampone dove i voli sono subordinati
alle verifiche. L’ultima parola spetta però ai governi e in molti hanno scelto ancora la cautela.

Gli aeroporti finlandesi sono rimasti chiusi fino alle otto di stamattina, quelli tedeschi fino alle 20 di ieri. La Norvegia e l’Ungheria hanno chiuso nuovamente parte del loro spazio aereo, la Polonia ha confermato il blocco degli scali, mentre la Danimarca ha prorogato la chiusura fino alle 2 di oggi. Lo spazio aereo dell’Olanda è nuovamente aperto, ma “non a tutti i voli”. Intanto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha avvertito che un’eruzione del Vesuvio provocherebbe una nube tre volte più alta di quella lasciata dal vulcano islandese e porterebbe alla totale paralisi del traffico aereo europeo. “Un’eruzione del Vesuvio avrebbe conseguenze molto più drammatiche”, ha spiegato Bertolaso. Mentre dai media internazionali si levano critiche per un allarme che si ritiene “esagerato”, “motivato più dalla paura che dalla scienza”, in Islanda l’eruzione del vulcano continua, anche se la nube di ceneri è più bassa che nei giorni scorsi. Secondo il servizio meteo islandese, “la situazione è più o meno quella di ieri, ma con più lava”. Un maggiore produzione di lava, ha osservato il geografo Sigtrudur Arnsdottir, significa minori emissioni di ceneri.