CARACAS. — Dopo i Pirenei e una giornata di riposo il Tour de France è ripartito con il primo successo dell’australiano Michael Matthews che vince la decima tappa, da Escaldes-Engordany a Revel di 197 km. Beffato in volata il campione del mondo Peter Sagan, protagonista assoluto della frazione.
Lo slovacco è stato l’ispiratore di tutte le fughe di giornata e ci teneva tantissimo a bissare il successo della seconda tappa, ma Matthews è stato più veloce nonostante un disperato tentativo di rimonta negli ultimi metri. Comprensibile la sua delusione all’arrivo, parzialmente compensata dalla riconquista della maglia verde di leader della classifica a punti ai danni del britannico Mark Cavendish.
Matthews – che al Giro vanta otto giorni in maglia rosa (sei nel 2014 e due nel 2015) – ha sfruttato al meglio il lavoro di squadra della Orica BikeExchange: prima Luke Durbridge e poi nel finale di Daryl Impey. Al terzo posto si è piazzato il norvegese Edval Boasson Hagen.
Alle loro spalle, primo degli italiani, Damiano Caruso si è piazzato ottavo, con un ritardo di circa 3 minuti, che guadagna cinque posizioni in classifica. Ora è 20/o a 5’35” dalla maglia gialla Chris Froome, giunto con il grosso del gruppo con un pesante ritardo (9’39”).
Sagan è partito all’attacco già dopo poco il via, ma ha indovinato la fuga giusta soltanto nella discesa dal Port d’Envalira dopo numerosi attacchi in salita e il passaggio di Alberto Rui Costa primo gpm. Nel gruppo di Sagan – in tutto quindici corridori – anche Caruso e Nibali. Attivissimo il campione del mondo che ha stroncato prima gli attacchi di Gallopin, Nibali e Cummings prima dela Cote finale.
Poi, una volta che Nibali, Caruso si sono staccati, ha continuato quasi sempre in testa al suo gruppetto di fuggitivi andando a chiudere qualsiasi tentativo di allungo degli avversari. Un lavoro ai fianchi quello degli uomini della Orica, che ha pagato nello sprint finale, dove il primo a scattare è stato l’ex maglia gialla Greg Van Avermaet e Boasson Hagen.
Il gruppo dei migliori si è concesso invece una giornata di relax e ai -25 km dal traguardo, dopo aver dimezzato lo svantaggio da -6 a -3 minuti, si è rialzato lasciando andare la fuga, dove non c’erano uomini di classifica pericolosi per Froome. Domani altra tappa per velocisti, da Carcassone a Montpellier di 162,5 km. Prima dell’attesissima tappa del Mont Ventoux, nel giorno della festa nazionale francese, sulle strade che furono di Marco Pantani, ma anche di Froome. E dove forse si deciderà il vincitore di questa edizione della Grande Boucle.