NEW YORK – Quattro amici di La Spezia, compagni di banco ai tempi del liceo e con esperienze professionali diverse in giro per il mondo, scelgono di mollare tutto per rientrare in Italia e fondare una startup in grado di collegare piccoli e piccolissimi produttori di eccellenze gastronomiche al colossale mercato americano.
Un mercato che vale 115 miliardi di dollari, dei quali circa il 60% si muove esclusivamente attorno a prodotti italiani.
Ebbene, ci sono riusciti.
Eattiamo, infatti, è stata selezionata da Food-X, l’acceleratore numero 1 al mondo nel settore cibo, come unica startup europea e prima italiana in assoluto. Un programma di crescita che ha accolto questi ragazzi nel cuore di New York, a Wall Street.
Qui hanno avuto modo di immergersi nella dinamicità e nella conoscenza del business statunitense, arrivando a comprendere un concetto semplice, ma non banale: il consumatore americano medio è perdutamente innamorato della cucina italiana, ma nella stragrande maggioranza dei casi non ha le competenze necessarie per comporre un piatto.
E questo sia nella scelta degli ingredienti che nella preparazione vera e propria.
Un ostacolo che rischiava di frapporsi tra la straordinaria qualità dei prodotti Made in Italy e l’effettivo successo commerciale degli stessi.
Come superarlo dunque?
Dopo un attento studio del mercato e delle abitudini del consumatore, la risposta geniale è stata individuata in una scatola. Un box di prodotti, già selezionati su base regionale, in cui oltre ad ingredienti di primissima scelta, ci si imbatte in ricette e vere e proprie storie.
Non semplici indicazioni, dunque, ma il racconto di fascino e passione che vivono in queste piccole “opere d’arte”, vero e proprio patrimonio della nostra Italia.
Nicholas Figoli, CEO di Eattiamo, ce la racconta così.
Testo e intervista di Luca Marfé
Instagram: @lucamarfe – Twitter: @marfeluca