Cina manda le Borse in rosso, cura shock per Anglo American

Anglo American, via 85 mila dipendenti
Anglo American, via 85 mila dipendenti
Anglo American, via 85 mila dipendenti

MILANO. – L’economia cinese continua ad arrancare e la paura di un rallentamento del colosso asiatico si riversa sulle borse, sotto pressione anche per le tensioni sul petrolio, scatenate dalle divisioni in seno all’Opec, e sulle materie prime. Per far fronte al crollo delle commodities, Anglo American, uno dei maggiori operatori minerari mondiali, annuncia una cura shock che la porterà a liberarsi del 60% dei suoi asset e a ridurre i suoi dipendenti da 135 a 50 mila.

I dati sulla bilancia commerciale di Pechino non sono stati confortanti: a novembre l’export è calato per il quinto mese consecutivo (-6,8%) mentre per l’import (-8,7%) si tratta del tredicesimo segno meno. Segno che la domanda globale si mantiene debole mentre i consumi interni del colosso asiatico faticano a decollare, nonostante le politiche espansive messe in atto dal governo.

I mercati non hanno apprezzato: le borse asiatiche hanno chiuso in rosso (Tokyo ha perso l’1%, Hong Kong l’1,3% e Shanghai l’1,9%) in compagnia dei listini europei e di Wall Street. Nel Vecchio Continente la maglia nera è stata indossata da Milano (-2,3%), che ha scontato le forti vendite sui bancari, in tensione da alcune sedute dopo il salvataggio-lampo delle banche regionali in crisi.

Pesanti anche Madrid (-2%), Francoforte (-1,9%), Parigi (-1,6%) e Londra (-1,4%). Ma la fuga degli investitori ha colpito soprattutto i titoli del comparto minerario, spaventati dalle misure adottate da Anglo American per far fronte alla caduta dei prezzi delle materie prime legate al rallentamento della Cina.

Il gruppo che controlla il produttore di diamanti De Beers, oltre ad annunciare un drastico ridimensionamento e un taglio di 3,7 miliardi dei costi e di 1 miliardo degli investimenti, ha deciso di sospendere il pagamento dei dividendi per la seconda metà del 2015 e per il 2016. L’annuncio ha provocato un vero e proprio panic-selling sui sul settore: l’indice Dj Stoxx ha ceduto il 6,5%, ai minimi dal 2009.

Il crollo di Anglo American (-12%) ha contagiato gli altri operatori, da Rio Tinto (-8,4%) a Glencore (-7%), da Bhp Billiton (-5,5%) ad Arcelor Mittal (-5,3%).

Ma anche il petrolio resta in tensione, dopo la decisione dell’Opec di non abbassare il tetto alla produzione. Solo nel tardo pomeriggio si è arginata l’ondata di vendite partita venerdì, dopo il mancato accordo all’interno dell’Opec per tagliare la produzione. Il brent ha così recuperato quota 40 dollari, sotto cui era sceso per la prima volta dal febbraio 2009 nel corso della seduta, mentre il Wti ha chiuso a New York in lieve calo (-0,2% a 37,57 dollari).

(di Paolo Algisi/ANSA)

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