Renzi riunisce i senatori e prepara la battaglia delle riforme

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ROMA.- Matteo Renzi archivia il jobs act e da domenica, con il discorso di chiusura alla Festa dell’Unità di Milano, apre il sipario sulla battaglia delle battaglie: l’ok di Palazzo Madama alla riforma del Senato. Ma, al di là del muro contro muro delle dichiarazioni ufficiali, qualcosa sembra muoversi nel Pd: i pontieri sono al lavoro per cercare un’intesa con la sinistra ed il breve incontro, ieri a margine della Festa a Milano, tra Lorenzo Guerini e Pier Luigi Bersani lascia ben sperare. Un ottimismo che il premier avrebbe mostrato nell’incontro a Palazzo Chigi con Angelino Alfano.

Martedì sera il leader Pd riunirà i senatori dem a Palazzo Madama. Un incontro che la minoranza considera una “buona notizia” alla vigilia del via alle votazioni che cominceranno giovedì a meno che, davanti alla mole di emendamenti, il governo non decida di mandare il ddl Boschi direttamente in aula saltando la commissione. Renzi resta fermo su due punti, l’approvazione prima della sessione di bilancio e la non elettività dei futuri senatori, ma tra i renziani c’è la convinzione che una mediazione con la minoranza sia possibile.

“Il punto di caduta – spiega uno dei pontieri – è ancora in lavorazione, il listino è una possibilità, però alla fine decide Renzi e l’accordo lo chiude lui”. A margine della Festa dell’Unità Guerini e Bersani si sono brevemente parlati e, a quanto si apprende, l’ex segretario si sarebbe mostrato propenso a trovare un accordo. Anche perchè, come chiarisce ancora una volta il presidente Pd Matteo Orfini, “uno stop alle riforme, evidentemente farebbe venire meno la pre-condizione di questa legislatura” e aprirebbe le porte delle elezioni anticipate.

Solo una minaccia per chiudere la minoranza in un angolo, denuncia la sinistra, ma è chiaro che in una votazione complessa come la riforma del Senato, con migliaia di emendamenti, il rischio che il governo vada sotto è sempre dietro l’angolo. Ma Renzi si mostra ottimista: ricevendo a Palazzo Chigi Angelino Alfano ed i capigruppo di Ap Lupi e Schifani, si sarebbe detto certo che i numeri al Senato ci sono.

Dal canto suo il partito di Alfano, pur chiedendo voce in capitolo nell’agenda di governo, avrebbe assicurato l’impegno per mandare in porto la riforma. “L’obiettivo di Ap è il referendum 2016”, ha garantito il ministro dell’Interno. D’altra parte, al netto delle unioni civili, dove restano le divergenze, l’intesa di governo tra Pd e Ap regge: “abbiamo trovato da parte del premier grande disponibilità su Imu e Tasi, famiglia e sud”. Questo non vuol dire, chiarisce il leader di Ncd, che lo sbocco dei centristi sarà per forza un’alleanza con il Pd. “Noi dobbiamo affermare le nostre battaglie di centrodestra”, è la premessa e, poi, “a fine legislatura faremo nostre valutazioni”.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)

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