Bossi: “Solo noi e Berlusconi abbiamo i numeri per governare”

BELLUNO – In un momento cruciale per il Paese e per il governo, Umberto Bossi ha dettato ieri le linee guida della governabilità partendo da un presupposto per lui incontrovertibile: “i numeri per governare – afferma il leader del Carroccio – sono solo due ad averli: la Lega e Berlusconi”. E manda un messaggio al capo dello Stato: “Napolitano non troverà una maggioranza alternativa. Alla fine – afferma il senatur – chiamerà me e Berlusconi e dirà: ho trovato questa soluzione e io gli dirò di no, non c’é nessuno così pirla da fare un governo senza i voti”. “La realtà delle cose è dura da cambiare – aggiunge – e non si cambia” e in ogni caso, “se non ci sono i numeri al voto si andrà, fatalmente”.

A Calalzo di Cadore, dove sono attesi i ministri Tremonti e Calderoli di ritorno dalla camera ardente del presidente emerito Francesco Cossiga a Roma, Bossi ribadisce l’antico patto tra il presidente del Consiglio e la compagine leghista che mira ad una Padania “macroregione, forse la più importante di un’Europa che non è più quella degli Stati, ma dei popoli”.
“Non tradiremo Berlusconi”, assicura Bossi, “ha mantenuto la parola sul federalismo, la manteniamo anche noi”, “fagocita chi può fagocitare, ma a me e alla Lega non ci fagocita. Abbiamo un patto con lui, andiamo dove vanno i nostri alleati”.

Già, gli alleati, come il presidente della Camera Gianfranco Fini, che secondo Bossi, come la sinistra, “ha troppa paura del voto”. “Hanno paura Fini, che ha fatto pasticci – spiega -, e la sinistra: Una cosa è certa, hanno una paura boia del voto e quindi fanno di tutto per mettersi di traverso sulla linea del voto”. Secondo Bossi “per uscire dai pasticci per avere stabilità nel Paese, occorre avere forze politiche che hanno anche una grande forza in Parlamento: chi ha pochi voti o non può più stare lì a dirigere il Parlamento deve farsi da parte perché così vuole il popolo”.


Ad ogni modo il ministro del Carroccio vede una Lega “compatta”, rispondendo a chi ipotizza defezioni dei suoi parlamentari. E sempre riferendosi a Fini, aggiunge: “chi ha pochi voti non può stare lì a comandare il Parlamento: non ci può stare, deve farsi da parte perché queste sono le regole”.


Quanto al movimento leghista, se Lombardia e Piemonte sono realtà da sempre acquisite, è oggi il Veneto governato da Luca Zaia il fiore all’occhiello del Carroccio. Per Bossi il nuovo Statuto della Regione al quale Zaia sta lavorando – quello che parla di ‘precedenza ai veneti’ – può diventare il “laboratorio del federalismo”. “Il Veneto che si autogoverna è autonomia, non secessione. Dire di no al Veneto – conclude – sarebbe un errore madornale della classe politica”.


Parlando di Fini, Bossi ha affermato: “Fini dovrebbe dimettersi. Io fossi stato in lui mi sarei dimesso – ha detto – se vieni eletto e la maggioranza che ti ha eletto non ti vuole più, che fai? Ti dimetti”, ha spiegato il leader del Carroccio.