Unioncamere, 2010 positivo: 15mila aziende aperte dagli immigrati

ROMA – Saldo positivo nel 2010 per il bilancio anagrafico delle imprese: 72.500 le imprese in più, (+1,2 per cento sul 2009), sono nate 1.200 imprese al giorno. Si tratta del risultato migliore dal 2006, secondo i dati di Unioncamere sulla base di Movimprese, rilevazione trimestrale sulla natalità e mortalità delle aziende. Oltre 410.000 le iscrizioni, miglior risultato dell’ultimo triennio, in forte frenata le cessazioni (338.200, valore più contenuto degli ultimi quattro anni). Al 31 dicembre scorso le imprese iscritte alle camere di commercio sono oltre 6.100.000. Nel 2006 il saldo era di 73.333 imprese, +1,21%. Dall’anno della svolta resta però fuori il comparto artigiano che ‘perde’ circa 5mila imprese.


La novità è che a trainare la svolta sono il Centro e il Sud Italia a cui si deve il 62,8% della crescita totale. Tra i settori, bene il commercio e il turismo ed è boom per le imprese degli immigrati. La dinanica più interessante arriva dai servizi, il commercio soprattutto le vendite al dettaglio, presenta il saldo settoriale più alto (+17.000). Rilevante il contributo del turismo (ristoranti e alberghi), che crescono di oltre 13.000 unità. Sull’artigianato ha invece pesato la crisi dell’edilizia, nel comparto vanno meglio le imprese collegate in reti. Seguono a ruota le attività professionali scientifiche e tecniche (+7.694 unità, +4,2% in più rispetto al 2009), attività immobiliare, noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese. L’agricoltura continua a registrare una riduzione numerica (-13.431) legata più alle modifiche d’uso del territorio che non a processi di razionalizzazioni e accorpamenti tra imprese. Negativo anche il saldo manifatturiero (2.061 aziende in meno), segnato da difficoltà di alcuni comparti quali industrie del legno e del mobile (insieme -1.752 imprese), metallo e abbigliamento. Il contributo più rilevante al saldo annuale viene ancora una volta dalla crescita delle società di capitali: 50.509 le aziende in più, pari al 69,6% del saldo complessivo.


Dopo un quinquennio di segno meno, invertono la tendenza le ditte individuali e tornano a crescere (+13.291); il contributo più rilevante arriva dagli immigrati: le imprese aperte da quest’ultimi sono state oltre 15.000 nel 2010, pari al 21,3% del saldo complessivo. Sul territorio, trainano Sud e Isole (24.848 unità in più) Seguono il Centro (+ 20.702), Nord-Ovest (+19.226) e Nord-Est (+7.754). La classifica delle regioni vede in testa ancora il Lazio (+2,11%), la Calabria (+1,67%), Abruzzo (+1,47%).


– Le imprese – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – chiedono alla politica risposte concrete per sostenere e facilitare le loro attività: rimuovendo gli ostacoli burocratici che ancora le imbrigliano, riformando la giustizia civile, rilanciando l’ammodernamento delle infrastrutture e della pubblica amministrazione, investendo sulla formazione. La riduzione della pressione fiscale è indispensabile, è il problema dei problemi. Il costo della burocrazia pari a 1000 euro al mese per le Pmi che raddoppia a 2000 euro per quelle che esportano è un problema serio’’.

OCSE


La ripresa c’è ma… è ancora troppo lenta


ROMA – La ripresa in Italia c’è ma rallenta e nell’ultimo trimestre 2010 – confermano i dati Ocse – il Pil si è attestato ad un timido +0,1% sul trimestre precedente. Ed a +1,3% sullo stesso trimestre 2009. Dato che fa dell’Italia la ‘Cenerentola’ tra i Paesi del G7. Ma il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, dopo i conti ‘’tenuti in ordine’’ ora punta con maggior ‘vigore’ alla crescita e spiega che servono soprattutto ‘’deroghe’’ alle regole Ue per riavviare il Mezzogiorno che è il vero problema del Paese. Deroghe delle quali oltretutto ha già usufruito la Germania. Che non a caso continua a ‘tirare’ l’economia del Vecchio Continente.


L’Europa aspetta intanto il piano italiano di riforme per sostenere la crescita che il Governo, dopo aver fatto la ‘stabilità’ dovrà fornire a Bruxelles entro metà aprile. Per questo, dopo la ‘’scossa’’ annunciata pochi giorni fa dal premier, Silvio Berlusconi, si è messo in moto il ‘cantiere della crescita’ con un primo giro di opinioni a via XX Settembre, sede del Tesoro. Noti i grandi temi sui quali si discute e ribaditi in parte dal titolare dell’Economia: Mezzogiorno, infrastrutture, casa, lavoro, semplificazioni, servizi pubblici, ecc. Un nuovo incontro sarebbe in programma il 24 febbraio.


Ieri, oltre al padrone di casa, Giulio Tremonti, avrebbero partecipato a questo primo appuntamento, tra gli altri, il ministro per lo Sviluppo, Paolo Romani, quello per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta e il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Obiettivo: dare più forza alla ripresa senza dimenticare il tema cruciale del lavoro.
– Con una continua manutenzione del bilancio, – spiega Sacconi dopo l’incontro – lavoriamo per dare impulso alla crescita e all’occupazione. Lavoriamo per seguire il percorso europeo di convergenza verso obiettivi comuni di stabilità e crescita.
– L’incontro è andato molto bene – ha commentato Brunetta -. Stiamo lavorando tutti insieme appassionatamente.


Dunque un percorso europeo fatto di tenuta dei conti ma anche di spinta ad uno sviluppo più solido che consenta anche di superare la pesante eredità della crisi sui dati dell’occupazione. E di superare il gap nord-sud. La crescita infatti – spiega – è questione ‘’non del Nord, ma del Sud’’ e non si può pensare che ‘’il mercato sviluppi le sue virtù salvifiche’’. Gli ultimi dati di Eurostat ‘’ci dicono che il Nord Italia è la regione più ricca d’Europa, cioè del mondo e se si somma il centro si vede una ricchezza media come la Francia’’. Quindi il grande problema del paese è il Mezzogiorno. Ed è un problema che va affrontato appunto a livello centrale a partire dalle deroghe da chiedere all’Europa. Intanto – segnala Parigi – la crescita economica dei Paesi Ocse nel quarto trimestre del 2010 ha segnato un rialzo del 2,7% rispetto allo stesso periodo del 2009. Tra le principali sette economie al mondo, l’Italia è quella che è cresciuta meno (+1,3%) rispetto al quarto trimestre del 2009, mentre la Germania ha segnato la crescita più forte (+4%). Per quanto riguarda il quarto trimestre 2010 il Pil dell’area ha messo a segno un rialzo dello 0,4% contro il +0,6% del trimestre precedente. In Italia la crescita ha rallentato allo 0,1% rispetto allo 0,3% del terzo trimestre 2010, in Germania allo 0,4% dopo il +0,7% del trimestre precedente e in Francia resta stabile allo 0,3%.