Pressing dei cattolici in vista della legge

ROMA – Il mondo cattolico si mobilita in vista del passaggio alla Camera della legge sul biotestamento, che approderà in Aula il 7 marzo. Il tema è fra quelli che vengono definiti “eticamente sensibili”, l’ambito è quello dei “valori non negoziabili” e l’intenzione, quindi, è di tenere alta la guardia sui contenuti del provvedimento. Domenica, intervistato dal Giornale, il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha toccato anche quest’argomento, per dire che “la legge che sta per essere discussa rappresenta un modo concreto per governare la realtà e non lasciarla in balia di sentenze che possono a propria discrezione emettere un verdetto di vita o di morte”.

“Precisare poi che alimentazione e idratazione non sono delle terapie, ma funzioni vitali per tutti, sani e malati, corrisponde al buon senso dell’accudimento umano”, ha aggiunto, con riferimento ai paletti della norma che impedisce di interrompere idratazione e alimentazione artificiali nei malati terminali.
Oggi, il Pdl organizza in Senato un convegno per presentare il libro del professor Alberto Zangrillo “Ri-animazione. Tecnica e sentimento” e affronta i nodi della biopolitica e del fine vita e schierando per l’occasione i senatori Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliariello e il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, tutti sostenitori dell’attuale impianto del testo e contrari a ipotesi che aprano la strada a forme di eutanasia passiva.

Ieri è scesa in campo Scienza e Vita, con la Newsletter di febbraio che ospita vari interventi in materia. Netto Luciano Eusebi, Ordinario di Diritto Penale alla Facoltà di Giurisprudenza della Università Cattolica e consigliere nazionale dell’associazione: “Il medico non è un burocrate”, scrive.

In particolare non gli si può chiedere “di agire per la morte del paziente”. Per il rapporto medico-paziente, il cui “equilibrio scongiura l’eutanasia”, è centrale. Ma in questa relazione chi cura non può diventare “un mero esecutore”, “privato dell’autonomia connessa alla sua professionalita”. Claudio Buccelli, Ordinario di Medicina Legale alla Federico II di Napoli e presidente della Federazione Nazionale dei Comitati di Etica, dice “no” a qualsiasi forma di “cooperazione per la morte” del paziente. Anche di fronte a biotestamenti o dichiarazioni anticipate di trattamento, non si può ammettere che il medico “debba sentirsi o essere obbligato a seguirle quando non condivise”.

Laura Palazzani, Ordinario di Filosofia del Diritto alla Lumsa e vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, propone una riflessione filosofico-giuridica sul concetto di autodeterminazione: “L’autonomia non è arbitrio della decisione, ma è scelta razionale, consapevole, competente nel riconoscimento del bene oggettivo-soggettivo della vita e della salute”.