Premierato: chiusura tesa al Senato, opposizioni lasciano aula

Il risultato del voto sulle pregiudiziali durante la discussione in Senato sul ddl Zan, Roma
L'Aula del Senato in una foto d'archivio.

MADRID. – “Vorrei fare a nome di questa Presidenza – l’avremmo fatto volentieri a nome di tutta l’Aula, ma peccato che ne manca una parte – i complimenti e ringraziare tutti gli assistenti parlamentari e il personale del Senato. Li abbiamo sottoposti, credo, a uno spettacolo davvero poco edificante. Quindi vi ringrazio e mi scuso a nome dell’Aula”.

Le parole della presidente di turno, Licia Ronzulli, rendono bene l’idea di quanto tesa sia stata la seduta del Senato che ha chiuso l’esame dei vari articoli del ddl costituzionale sul premierato, dando il via libera tra gli altri all’articolo 7 che interviene sui casi di dimissioni del premier eletto. L’appuntamento per il voto finale è martedì pomeriggio, quando le opposizioni si ritroveranno piazza per protestare contro premierato, autonomia e contro un clima che definiscono di “intimidazioni continue”.

Una tensione strettamente intrecciata a quanto accaduto a Montecitorio, dove è in corso l’esame dell’altra grande riforma della prima parte di legislatura, quella sull’autonomia differenziata, e dove ieri in una bagarre anche fisica ne ha fatto le spese il pentastellato Leonardo Donno. Oggi le senatrici di Pd, M5S e Avs hanno occupato i banchi del governo, in segno di protesta, e in precedenza, l’aula era stata sospesa per le proteste delle opposizioni che contestavano per il contingentamento dei tempi sul premierato e gli scontri di ieri a Montecitorio durante la discussione del ddl Autonomia.

“Non è pensabile che non si accetti un tricolore”, le parole del capogruppo M5S Stefano Patuanelli, sventolando un cartello con la bandiera d’Italia (ieri, prima di essere fermato, Donno voleva portare in tricolore al ministro Roberto Calderoli). Immediatamente si sono associati con altrettanti tricolori i senatori delle opposizioni, mentre dai banchi della maggioranza è stato intonato l’inno d’Italia.

Seduta sospesa, poi ripresa nel pomeriggio con i banchi del governo liberati, ma alle opposizioni non sono bastate le parole del capogruppo Fdi Lucio Malan su quanto accaduto ieri alla Camera. Per cui decidono di uscire dall’aula prima i senatori M5S, poi quelli di Pd e Avs.

“Come senatori M5S, Pd e Avs – spiega la vicecapogruppo M5S Alessandra Maiorino –  abbiamo lasciato i banchi del governo solo ed esclusivamente perché la maggioranza ha preso un impegno informale di condannare nettamente l’aggressione avvenuta ieri alla Camera ai danni di un deputato, già fermato dai commessi: questo non è avvenuto, non è possibile proseguire i lavori su una riforma costituzionale in questo clima in cui non viene condannata un’aggressione, in cui ci sono chiaramente degli aggressori e degli aggrediti.

L’intervento successivo di Malan, da me sollecitato, è stata una presa in giro: qui non si tratta di individuare responsabilità individuali, ma della condanna di un’aggressione squadrista ai danni di un deputato inerme”.

Replica la senatrice Fdi Cinzia Pellegrino: “Qualcuno ha detto che non abbiamo dato una risposta in merito agli episodi occorsi ieri alla Camera. In realtà su questo ha risposto il nostro presidente Malan e voglio confermarlo anche io: Fratelli d’Italia è contro ogni tipo di violenza, se violenza c’è stata ci sono gli opportuni strumenti per verificarlo, accertando eventuali reati o colpevoli.

Ma non è accettabile che qualunque cosa diventi uno strumento per far tacere la maggioranza, anche nel momento in cui si cercava di dare risposte alle continue provocazioni che ci venivano fatte in aula. Credo di non aver mai visto uno spettacolo così poco rispettoso delle istituzioni come quello che si è perpetrato in queste sessioni parlamentari riguardo alla riforma del premierato. Auspico che le opposizioni ritornino sulla retta via, quella del confronto e del dialogo, non del turpiloquio e del vituperio ai quali abbiamo assistito in questi giorni”.

Parole di scherno, verso le opposizioni, da parte del presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: “Ci meritavamo una contestazione migliore. Le bandiere tricolori dei vostri colleghi alla Camera sono meglio di quei cartoncini malmessi. Se dovete sventolare il tricolore, fatelo bene. Contestateci bene e non con quattro pezzi di carta. Buon viaggio verso il week-end e fate presto che a Fiumicino c’è traffico, l’aereo aspetta…” Replica il capogruppo Pd Boccia: “Non commento le sue parole meschine. Sono parole di cui dovrebbe solo vergognarsi”.

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