Disordini o aggressione, scontro alla Camera. E al Senato banchi del governo occupati

Camera dei deputati.
Camera dei deputati. ANSA/STRINGER

MADRID. – È ripresa ancora con la tensione alta la seduta alla Camera sull’autonomia differenziata, che era stata interrotta ieri dopo la forte bagarre tra deputati, alcuni dei quali venuti alle man, quella di ieri alla Camera, con il deputato del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno e un commesso rimasti colpiti nella bagarre scatenata dal flash mob delle opposizioni, e segni della X Mas, sono stati generici “disordini” come recita il verbale, e non una “aggressione squadrista da parte di alcuni deputati dei gruppi di Lega e Fdi” come invece chiedevano le opposizioni.

Dopo una mattinata tesa quasi come il pomeriggio di ieri, l’aula ha votato a favore della versione iniziale della proposta di verbale, forte dei numeri della maggioranza, bocciando per 42 voti di scarto la dicitura alternativa che era stata proposta dalla capogruppo del Pd Chiara Braga, sostenuta dalle altre opposizioni.

In aula l’opposizione ha contestato sin dall’inizio della seduta, in teoria dedicata ancora all’autonomia differenziata, con la deputata di M5S Anna Laura Orrico che si è appellata al presidente di turno, Sergio Costa, chiedendo che “non accetti di firmare questo verbale”.

Molteplici gli interventi dei deputati di opposizione, soprattutto del Movimento 5 Stelle ma anche di Pd e Avs, in difesa di Leonardo Donno, raggiunto da un pugno ieri nel corso del parapiglia in aula e costretto a uscite accompagnato dai paramedici: in diversi hanno parlato di “aggressione squadrista”, Mauro Berruto è tornato a sventolare il tricolore (ieri tutto era nato da un flash mob del Pd con le bandierine dell’Italia per protestare contro lo ‘sfascia-italia’), Sara Ferrari ha chiesto che nel verbale “venga fatta piena chiarezza sui responsabili degli scontri di ieri”.

La richiesta delle opposizioni è quella di sospendere la seduta e convocare un ufficio di presidenza. Ufficio di presidenza che si terrà, alle 13, ma nel frattempo il verbale è stato approvato e il presidente di turno, Sergio Costa, prima di chiudere temporaneamente la seduta, ha spiegato che “per rispetto del regolamento, e indipendentemente dalle mie volontà, io firmo il verbale”.

La sospensione era però il preludio a un ritorno di fuoco in aula dopo pochi minuti: stavolta a incendiare le polemiche sono le parole del vicesegretario nazionale della Lega, Andrea Crippa, secondo il quale sarebbe più grave cantare Bella Ciao che fare il gesto della Decima Mas.

Nel frattempo, al Senato andava in scena in piccolo una sorta di replica di quanto visto ieri alla Camera, questa volta nel merito della discussione sul premierato: le senatrici di opposizione hanno occupato i banchi del governo, in segno di protesta, e in precedenza, l’aula era stata sospesa per le proteste delle opposizioni che contestano per il contingentamento dei tempi sul ddl costituzionale e la rissa di ieri a Montecitorio durante la discussione del ddl Autonomia.

“Non è pensabile che non si accetti un tricolore”, le parole del capogruppo M5S Stefano Patuanelli, sventolando un cartello con la bandiera d’Italia. Immediatamente si sono associati con altrettanti tricolori i senatori delle opposizioni, mentre dai banchi della maggioranza è stato intonato l’inno d’Italia.

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