Ucraina, sempre più Paesi Nato per uso armi su suolo russo. Mosca: “Così sarà guerra”

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MADRID. – Non accenna ad affievolirsi la tensione tra Mosca e il “blocco occidentale” che appoggia la resistenza di Kiev all’invasione russa. Questa mattina, nel consueto punto stampa, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che “gli interessi dei paesi che hanno scelto la strada del sostegno all’escalation in Ucraina, in particolare dei paesi della NATO, subiranno gravi danni”. 

Secondo Peskov, le nazioni che aderiscono all’Alleanza atlantica “stanno inducendo l’Ucraina a continuare la guerra con la Federazione Russa e intendono anche dichiarare guerra alla Russia in senso letterale e figurato”.  

Dall’altra parte della barricata, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, in un’intervista al quotidiano Vanguardia, ha ribadito la sua linea di pensiero, che trova sempre più riscontri tra i paesi membri del patto atlantico, secondo cui l’Ucraina “ha il diritto” di colpire obiettivi militari sul territorio russo. 

“Kiev ha il diritto di difendersi, e noi abbiamo il diritto di aiutarla a realizzare questo diritto, anche attraverso attacchi contro obiettivi militari legittimi in Russia”, ha affermato Stoltenberg il quale ha inoltre accolto con favore l’annuncio del governo spagnolo dello stanziamento di oltre un miliardo di euro in forniture di armi all’Ucraina. 

Al momento, i più decisi oppositori al via libera all’uso delle armi occidentali sul suolo russo sono gli Stati Uniti, anche se il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato non ha escluso che Washington possa aprirsi a un “cambiamento delle regole”. 

Sulla stessa linea degli Usa al momento si trova anche l’Italia mentre tra i più decisi sostenitori del “disco verde” all’uso extra-territoriale degli armamenti a Kiev figurano Danimarca, Repubblica Ceca, Gran Bretagna e Francia. 

Nel dettaglio, il primo ministro danese Mette Frederiksen ha fatto eco a Stoltenberg nei suoi commenti a TV2 di martedì scorso. “Siete invitati a utilizzare ciò che abbiamo dato all’Ucraina, anche al di fuori dell’Ucraina, cioè su obiettivi russi, se ciò è conforme al diritto internazionale”, ha dichiarato. 

Nello stesso giorno, il primo ministro ceco Petr Fiala ha affermato che le dichiarazioni di Jens Stoltenberg sull’argomento sono da considerare “assolutamente logiche” in quanto “l’Ucraina è un paese che si difende dall’aggressione russa e, in quanto paese sotto attacco, ha certamente tutto il diritto di utilizzare tutte le possibilità per la sua difesa”. 

Dello stesso tenore le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron e del ministro degli Esteri britannico David Cameron mentre la Germania si pone tra il “no” di Roma e Washington e il “sì” degli altri paesi citati. Il diritto di Kiev a colpire obiettivi militari in Russia è sostenuto anche dai Paesi Bassi, nonché da Lituania, Lettonia ed Estonia. 

La Lituania ha espresso sostegno al diritto dell’Ucraina di colpire obiettivi in Russia. “Il modo per rispondere all’aggressione della Russia in Ucraina, e anche nei nostri paesi, è di consentire all’Ucraina di usare le armi che già possiede, nel modo in cui dovrebbe usarle”, ha detto lunedì il ministro degli Esteri Gabrielius Landsbergis. “È così che si affronta l’escalation… è così che si ferma la Russia”.

A rendere la situazione se possibile ancora più esplosiva le indiscrezioni diplomatiche secondo le quali la Francia potrebbe presto inviare addestratori militari in Ucraina, e potrebbe annunciare la sua decisione la prossima settimana durante una visita del presidente ucraino. 

Tali fonti hanno sottolineato che Parigi intenderebbe creare e guidare una coalizione di paesi che offrano tale assistenza allo sforzo bellico di Kiev, anche se alcuni dei suoi partner europei temono che ciò possa rendere più probabile un conflitto diretto con la Russia. 

Da quanto si apprende, Parigi invierebbe inizialmente un numero limitato di personale prima di inviare diverse centinaia di formatori. L’addestramento dovrebbe essere incentrato sullo sminamento, sul mantenimento delle attrezzature operative e delle competenze tecniche per gli aerei da guerra che saranno forniti dall’Occidente, hanno affermato.  

Parigi finanzierebbe, armerebbe e addestrerebbe anche una brigata motorizzata ucraina. Conferma indiretta di quanto sopra, il fatto che lunedì il comandante in capo dell’Ucraina ha dichiarato di aver firmato i documenti che consentiranno agli istruttori militari francesi di visitare presto i centri di addestramento ucraini. 

Da parte sua, il presidente russo Vladimir Putin ha definito la possibile presenza dell’esercito regolare francese in Ucraina come un passo verso il conflitto globale. Nella giornata odierna, il leader del Cremlino ha inoltre ribadito la propria sicurezza sul fatto che la Russia raggiungerà tutti i propri obiettivi in quella che ancora viene definita come una “operazione militare speciale”. 

Putin ha inoltre affermato che nella Federazione “si svilupperanno e si rimetteranno in piedi nuove regioni”. Si tratta, ha spiegato Putin, “della Repubblica di Donetsk, di quella di Lugansk, della regione di Kherson, della regione di Zaporozia. Queste regioni si svilupperanno come parte della Russia, della Federazione Russa, nella nostra grande famiglia comune, dove tutto tornerà in piedi”. 

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