Campi Flegrei, per Ingv possibili nuove scosse ma attività è normale

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MADRID. – Oltre 150 scosse registrate nelle ultime ore, la più forte delle quali è stata di magnitudo 4.4, la più intensa degli ultimi 40 anni: è stata una serata e una notte di paura per gli abitanti dei comuni intorno all’area dei Campi Flegrei, in particolare a Pozzuoli dove è stato evacuato anche il carcere femminile, ma anche a Napoli, Bacoli, Giuliano, Quarto e Monte di Procida.  

L’attenzione è alta perché esiste il rischio che questi terremoti siano collegati all’attività vulcanica della caldera: l’area dei Campi Flegrei è soggetta al bradisismo, un fenomeno legato al vulcanismo che comporta un periodico abbassamento o innalzamento del livello del suolo. Durante la crisi bradisismica del 1982-84, il sollevamento del suolo raggiunse i 9 cm al mese, e si verificarono anche oltre 1300 eventi sismici al mese. 

Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ad ogni modo, “non si registra allo stato attuale un aumento della velocità di sollevamento che attualmente è di 2 centimetri al mese” e tantomeno “variazioni di andamento nelle deformazioni orizzontali o deformazioni locali del suolo diverse rispetto all’andamento precedente”. Nell’ultimo mese, spiega Ingv, sono stati registrati circa 450 eventi con magnitudo maggiore od uguale a zero. 

In ogni caso l’Ingv con il suo Osservatorio Vesuviano, è costantemente in collegamento con la Protezione civile e con i Comuni interessati, oltre che con tutte le autorità competenti alla tutela del territorio. 

L’avviso alla popolazione però è quello di stare in allerta: “La sismicità non è un fenomeno prevedibile, pertanto non può essere escluso che si possano verificare altri eventi sismici, anche di energia analoga con quanto già registrato durante lo sciame in corso”.  

Secondo Antonello Fiore, Presidente della Società italiana di geologia ambientale, l’ennesima scossa di terremoto ai Campi Flegrei, invita però ad una profonda riflessione. La sicurezza sismica, geoidrologica, vulcanica deve costituire obiettivo strategico nazionale e si deve attuare mediante misure di prevenzione, strutturali e non strutturali, tese alla salvaguardia della vita umana, della sicurezza del patrimonio edilizio e del territorio, del sistema produttivo e delle infrastrutture”. 

Fiore chiede una prevenzione dei rischi geologici, attraverso politiche e programmi pluriennali di interventi strutturali sugli immobili di proprietà pubblica e la promozione di forme di incentivo, finalizzate alla riduzione della vulnerabilità degli edifici privati, adottando criteri di priorità e di premialità, nonché misure di semplificazione delle norme vigenti in materia edilizia e discipline procedimenti correlati”. 

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