Giustizia, Associazione Nazionale Magistrati: Le politiche del governo non vanno nel segno giusto

Toghe di magistrati appese in un ufficio del Tribunale di Roma in una immagine di archivio.
Toghe di magistrati appese in un ufficio del Tribunale di Roma in una immagine di archivio. ALESSANDRO BIANCHI/ARCHIVIO - ANSA - I51

MADRID. – “Il governo aumenta il numero di alcuni reati ma ne taglia altri, penso all’abuso d’ufficio”; sulla politica penale dell’esecutivo “noi ci siamo espressi più volte in sede di audizione nelle commissioni competenti, non condividiamo alcune strategie del governo, come quelle sui delitti contro la pubblica amministrazione che non si riducono all’abrogazione del reato ma anche a un ridimensionamento dell’apparato investigativo”.

Così il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia, a margine di una conferenza stampa promossa da Avs alla Camera sul tema della carenza di personale amministrativo. “Non è una scelta – aggiunge – che proprio in tempi di controlli sul Pnrr possa essere guardata con favore. Oggi dobbiamo implementare i controlli, controlli che non siano invasivi delle sfere di discrezionalità dell’azione amministrativa ma che siano efficaci ed effettivi. L’abrogazione del reato d’abuso d’ufficio, il ridimensionamento del traffico d’influenze e alcuni interventi, che ci riserviamo di guardare con maggiore attenzione, sulle intercettazioni telefoniche, secondo noi, non vanno nel segno giusto” spiega Santalucia.

Il piano straordinario di assunzioni

“Il capitale umano è fondamentale per l’attuazione delle riforme, e soprattutto per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. Su questo noi stiamo pressando fortemente il ministero, alcune cose positive sono state fatte, penso alla proroga degli addetti agli uffici per il processo ma abbiamo oggi una grandissima sofferenza negli organici di personale amministrativo, che in alcuni uffici sono sotto la soglia di sopravvivenza degli uffici stessi. Confidiamo che il ministero completi il piano straordinario di assunzioni, senza il quale gli obiettivi già ambiziosissimi rischiano di non essere realizzabili” sottolinea Santalucia, per poi concludere:

“La lentezza della giustizia è il frutto di un concorso di fattori, non ultimo il problema del personale amministrativo: è più importante per alcuni settori implementare questo che il numero di magistrati. Va bene produrre più sentenze, ma se queste poi non vengono poste in esecuzione giaceranno sulle scrivanie degli uffici giudiziari. E’ ora che il personale amministrativo, che è un terminale essenziale dell’organizzazione, sia non dico in pieno organico ma almeno in aliquote sufficienti per poter mandare avanti la baracca”.

Per una campagna di stabilizzazioni

“Qualsiasi riforma della giustizia risulta inefficace se non si mette del buon carburante dentro la macchina della giustizia – afferma Devis Dori, deputato Avs – questo carburante è sicuramente il personale amministrativo, che ora nei nostri tribunali è sottodimensionato. Vogliamo stimolare il ministro affinché inizi una grande campagna di stabilizzazioni, anzitutto per il personale a tempo determinato e per lo scorrimento di tante graduatorie che ad oggi sono attive ma purtroppo bisogna sempre attendere troppo tempo per ottenere l’immissione in ruolo. Ad oggi le scoperture sono eccessive, soprattutto in alcuni tribunali il lavoro riamane bloccato con un numero di carichi pendenti straordinariamente drammatico”.

 

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