Superato per il rotto della cuffia il primo esame della nuova maggioranza di governo

El presidente de Gobierno, Pedro Sánchez

MADRID – Due di tre. Poteva andare peggio. Era il primo esame della nuova maggioranza di governo; un esame superato per il rotto della cuffia. Fino a  votazione conclusa, nessun deputato dava nulla per scontato. L’unico “Decreto-legge” che la destra è riuscita a bocciare è stato quello relativo alla riforma del sussidio alla disoccupazione. Anche se presentato dal Governo, era il Decreto-legge della vicepresidente Díaz, che l’ha difeso a spada tratta. La destra è riuscita nel suo proposito grazie ai voti dei cinque deputati di Podemos.

– Podemos – ha commentato Díaz – ha castigato i lavoratori del mio Paese.

Il voto dei cinque deputati di Podemos sono stati decisivi. La scelta di schierarsi con conservatori ed estrema destra  ha messo in evidenza le rivalità tra Podemos, di Ione Belarra e Irene Montero, e Sumar, di Iolanda Díaz. Molti analisti considerano che il voto contro il Decreto-legge, che tutto sommato favoriva i disoccupati,  è stata una rivalsa sulla vicepresidente Díaz. È vero,  la vendetta si serve su un piatto freddo. In altre parole, tra Podemos e Sumar non corre buon sangue e la loro rivalità pare destinata a condizionare la legislatura.

La vicepresidente Iolanda Díaz

La vicepresidente Díaz non si è persa d’animo. Dopo la bocciatura del suo Decreto-legge ha annunciato che, con il sostegno dei sindacati e degli industriali, lo presenterà di nuovo,  con qualche correzione.

Il Governo del presidente Sánchez, quindi, si è salvato in “zona cesarini”. Se l’è cavata con molto affanno e solo dopo aver fatto altre concessioni a Junts. Per esempio, ha assicurato che delegherà alla Generalitat, ora nelle mani di Erc, le attribuzioni del Governo centrale in materia di emigrazione.

La legislatura, pochi hanno ancora dubbi, andrà avanti con accordi d’ultim’ora, con negoziati stressanti e con Junts tirando sempre la corda fino al limite. Il Governo pare averlo già metabolizzato. Ma c’è chi si chiede se sarà possibile una legislatura vissuta sempre al limite.

Intanto Alberto Núñez Feijóo ha annunciato che non darà tregua al governo e minaccia di fare ricorso al “Tribunale Costituzionale”.

A.T./Redazione Madrid

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