Premierato, il costituzionalista Cassese: “Va in direzione giusta, ma mezzi perfettibili”

Roma, 04/01/2024 - La conferenza stampa del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. (Ufficio Stampa)
MADRID. – “Il mio giudizio complessivo sui testi su cui state lavorando è che vanno nella direzione giusta, ma con dei mezzi che sono perfettibili e perfezionabili”. Così il costituzionalista Sabino Cassese, audito in commissione Affari costituzionali al Senato sulla proposta di riforma che prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio (avanzata da governo e maggioranza) e su quella di Matteo Renzi sul cosiddetto sindaco d’Italia, nell’ultima giornata di audizioni prima dell’avvio della discussione generale in commissione.
Nei lavori preparatori dell’assemblea costituente, ricorda Cassese, “voci diverse,  socialisti, democristiani, il partito d’Azione, convenivano sul fatto che ci dovessero essere nella Costituzione meccanismi che correggessero il regime parlamentare, conferendo al governo una stabilità, una durata e una coesione: tre elementi fondamentali”. “Dal 1861 al 2022 il numero di governi è stato di 60 in 61 anni”, sottolinea ancora il costituzionalista, evidenziando che “del premierato e della stabilità dei governi c’è ancora bisogno oggi”.
“I poteri del presidente della Repubblica si sono ingigantiti perché, essendo il regista delle crisi, più crisi ci sono più diventa regista, meno crisi ci sono meno deve fare atti di regia” spiega Cassese, entrando nel merito della “diffusa preoccupazione sugli equilibri che riguardano il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica, e di un’erosione dei poteri di quest’ultimo”.
Secondo il costituzionalista vi sarebbero indubbi vantaggi “se vi fosse un’indicazione elettorale del candidato premier, con una formula non diversa da quella operata nel 2005 per cui i partiti collegati in coalizione depositano un unico programma con l’indicazione di un unico capo della coalizione”.
“Un patto stipulato davanti agli elettori contribuirebbe alla soluzione del problema del multipartitismo legando la coalizione” sostiene Cassese, e “non indebolirebbe nemmeno il ruolo del presidente della Repubblica, perché quella popolare sarebbe una candidatura che porterebbe un margine di controllo da parte del presidente della Repubblica, prendendo ad esempio l’articolo 87 della Costituzione. Penso che una formula come questa possa essere utile per uscire da questa situazione di impasse”.
“Le proposte in discussione – precisa – non erodono i poteri del presidente della Repubblica”, però “ne erodono l’investitura, nel senso che pur rimanendo ferme le sue competenze e le sue capacità giuriudiche, danno al presidente del Consiglio la facoltà di dire di essere eletto dal corpo elettorale mentre quello della Repubblica è eletto indirettamente”.
(Redazione/9colonne)

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