Mattarella promulga la Legge concorrenza, ma rilievi su proroghe concessioni

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione del discorso di fine anno. (Ufficio stampa)

MADRID. – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato il 30 dicembre scorso la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 e ha inviato in data odierna al presidente del Senato, Ignazio La Russa, al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, una lettera di rilievi, in cui ritiene “doveroso richiamare l’attenzione del governo e del Parlamento sull’articolo 11 della legge, in materia di assegnazione delle concessioni per il commercio su aree pubbliche, che, oltre a disciplinare le modalità di rilascio delle nuove concessioni, introduce l’ennesima proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo estremamente lungo, in modo che appare incompatibile con i principi più volte ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato in materia di apertura al mercato dei servizi.

Inoltre, i criteri generali per il rilascio di nuove concessioni, secondo quanto affermato anche dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, appaiono restrittivi della concorrenza in entrata e favoriscono, in contrasto con le regole europee, i concessionari uscenti”.

“La disciplina in esame – aggiunge il capo dello Stato – presenta evidenti analogie con quella delle concessioni demaniali marittime, introdotta con la legge di conversione del decreto legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante ‘Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi’, oggetto di una mia precedente lettera del 24 febbraio 2023, inviata ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio dei ministri, ove evidenziavo i profili di contrasto di quella disciplina con il diritto europeo e, quindi, con il dettato costituzionale.

Della legge ora in esame suscitano analoghe, rilevanti perplessità di ordine costituzionale le disposizioni del richiamato articolo 11 che intervengono sulle concessioni in essere e ne dispongono proroghe a vario titolo”. “Il contesto che viene in tal modo a determinarsi – conclude la lettera – presenta caratteristiche molto simili a quello oggetto della mia lettera del 24 febbraio scorso.

I profili di contrasto con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive accrescono l’incertezza del quadro normativo, determinando la necessità di garantire la certezza del diritto e l’uniforme interpretazione della legge da parte di tutti i soggetti coinvolti. Così come ho osservato riguardo alla vicenda delle concessioni demaniali, ciò rende indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di Governo e Parlamento”.

“Siamo stati la prima forza politica – ormai tanti anni fa – a denunciare lo scandalo delle ripetute ed illegittime proroghe, attraverso segnalazioni alla Commissione europea e ricorsi al Tar. La giustizia europea e quella italiana ci hanno dato sempre ragione, nonostante questo però la lobby dei balneari è sempre riuscita a farla a discapito delle tante persone che vorrebbero partecipare a delle gare aperte a tutti.

Quanto successo in queste ore dimostra ancora una volta come nel nostro Paese il diritto esista solo sulla carta, nonostante le tante pronunce di Corti e di Tribunali. È uno scandalo che va avanti da troppi anni” dichiara in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali italiani.

“Sulla vicenda delle concessioni va fatta una opportuna premessa: la lettera del presidente Mattarella riguarda il commercio su aree pubbliche, ovvero il commercio ambulante, e non le imprese balneari, richiamate solo indirettamente. Ovviamente il Presidente ha fatto, come sempre, un corretto ricorso alle sue prerogative, invitando parlamento e governo ad ulteriori iniziative.

Le vicende delle concessioni sono al centro di una annosa discussione nazionale ed europea. E recentemente la Corte di Cassazione ha opportunamente sconfessato arbitrarie decisioni del Consiglio di Stato, ostili alla economia reale. Si tratta, come è noto, di materie controverse, che il Parlamento da tempo discute con varie decisioni, che anche in futuro, a mio personale avviso, dovranno partire dalla tutela delle imprese e non dalla loro penalizzazione”.

(Redazione/9colonne)

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