Campi Flegrei, Ingv: “Due gli scenari possibili: l’eruzione è il più critico, poi c’è la crisi bradisismica”

Ubicazione dei Campi Flegrei. (dal sito di INGV)

MADRID. – Gli scenari possibili dell’evoluzione della situazione nei Campi Flegrei sono sostanzialmente due. È quanto affermato oggi il Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni, nell’audizione che si è tenuta alla Commissione Ambiente della Camera.  “Il migliore è che la crisi di bradisismo in corso termini come era accaduto per quella del 1983-84, il peggiore è un’eruzione simile a quella del 1538.”

A confermare le preoccupazioni degli esperti, lo sciame sismico che si è intensificato nelle ultime settimane, e che ha avuto il suo culmine all’alba del 27 settembre, con una scossa di magnitudo 4.2, la più intensa degli ultimi 40 anni. Dunque, i vulcanologi non escludono la possibilità di un’eruzione. L’altra ipotesi, quella del bradisismo (tecnicamente, il movimento che provocato il sollevamento e l’abbassamento continuo del terreno) potrebbe essere simile alla crisi che ha “scosso” tutto il territorio, fino alla città di Napoli, per due anni, all’inizio degli anni ’80 e che poi si è fermata.

“Al momento lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo”, del 1538, afferma Doglioni. Si tratta solo dell’ultima delle oltre 70 eruzioni esplosive che si sono registrate nei Campi Flegrei, ma comunque un evento differente, rispetto a quello avvenuto circa 39mila anni fa, quando l’eruzione di questo supervulcano sotterraneo – i Campi Flegrei, appunto – liberò oltre 400 metri cubi di materiale piroclastico. Il problema più grande, osserva Doglioni è che “non sappiamo né quando né dove, potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale”. Ad ogni modo, “è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo”.

L’aumento delle scosse

Il presidente dell’INGV non ha nascosto la sua preoccupazione per l’aumento delle scosse: “È in corso anche oggi un altro sciame sismico, ieri abbiamo avuto l’evento più forte. Il bradisismo si è riattivato più di dieci anni fa, solo che la velocità con cui il suolo si sta innalzando sta aumentando. E questa velocità di innalzamento produce la sismicità che conosciamo – ha spiegato -. In questo momento, il magma si trova ad una profondità di oltre 5-6km, dunque distante dalla superficie, ma potrebbe trovare vie di fuga per una risalita. In quel caso, “i tempi sarebbero estremamente rapidi, nell’ordine delle ore”.

Avverte Doglioni. “Stiamo verificando quale può essere la variazione dei gas emessi, significativa di una eventuale evoluzione. Chiaramente siamo estremamente preoccupati nel senso che è massima l’attenzione e quello che vedremo nelle prossime giornate ci dirà un po’ quello che è il trend. Anche se sono fenomeni che non si esauriscono nell’arco di pochi giorni”. Ha fatto sapere.

La nostra preoccupazione – ha concluso Doglioni – è legata sia alla sismicità, sia al fatto che queste temperature in particolari località potrebbero dare delle piccole esplosioni freatiche che non sono eruzioni di magma, ma è acqua che in questo stadio super critico può dare delle esplosioni. Quindi, considerato che negli ultimi mesi la sismicità non ha fatto altro che aumentare – sia in termini di numero di eventi, in questo momento non vediamo la fine”.

(Redazione/9colonne)

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