Niger, italiani rimpatriati. Tajani: “No a un intervento militare occidentale”

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, saluta gli italiani rimpatriati dal Niger a Ciampino (Roma), 2 agosto 2023. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – È grazie a una “collaborazione interistituzionale” che l’Italia è riuscita a riportare in patria gli italiani che hanno deciso di lasciare il Niger dopo il colpo di stato del 26 luglio scorso. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si dice “soddisfatto” di quello che è stato un “successo per la nostra diplomazia” grazie al “lavoro delicato” di ministero della Difesa, Ambasciata d’Italia in Niger e Unità di Crisi della Farnesina.

Il volo speciale dell’Aeronautica militare partito da Niamey è atterrato questa mattina all’aeroporto di Ciampino e aveva a bordo 87 persone, di cui 36 italiani. “Sui loro volti la gratitudine verso la diplomazia e i militari italiani che li hanno sostenuti. Continuiamo a lavorare per la stabilità in Niger ed evitare altro caos nel Sahel”, afferma il capo della diplomazia italiana sottolineando che la nostra Ambasciata rimarrà aperta.

Anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, accoglie gli italiani rientrati dal Niger: “Bentornati a casa. Operazione conclusa. Il rientro in sicurezza dei passeggeri è il risultato di una collaborazione tra ministeri degli Esteri e della Difesa. Ringrazio il personale Covi per il perfetto coordinamento dell’operazione”.

La situazione complessa del Paese africano ha portato anche altri Paesi a far rientrare i propri connazionali. Qualche ora prima dell’arrivo dell’aereo italiano, infatti, un aereo francese è atterrato a Parigi con 262 persone a bordo. “Dobbiamo lavorare affinché in Niger prevalga la diplomazia e si ripristini la democrazia, va esclusa qualsiasi iniziativa militare occidentale perché sarebbe percepita come una nuova colonizzazione”, avvisa Tajani, intervistato da Rainews24.

I negoziati

Il 26 luglio Abdourahmane Tchiani, capo della Guardia presidenziale del Niger, ha organizzato un colpo di stato e arrestato il presidente Mohamed Bazoum. In un messaggio trasmesso alla televisione nazionale, le nuove autorità hanno dichiarato di aver deposto il presidente Bazoum dall’incarico, di aver sospeso la Costituzione del Niger e di aver istituito il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria.

Sono in corso negoziati tra i responsabili del colpo di stato e il delegato della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas) sul reinsediamento del presidente Bazoum. Un intervento militare in Niger sarebbe “l’ultima opzione sul tavolo”, afferma un rappresentante dell’Ecowas alla riunione dei capi di stato maggiore dell’Africa occidentale ad Abuja.

(Redazione/9colonne)

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