Il ministro Musumeci: “I cambiamenti climatici ci sono, ma non siano alibi”

Una via di Senigallia durante gli ultimi allagamenti. ANSA/PIERPAOLO CALAVITA

ROMA. – La scorsa settimana, mentre l’Italia era spezzata in due da opposte situazioni meteorologiche, “al Sud si sono toccate punte di 46-48 gradi, al di là di ogni record precedente”. Così il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci nella sua informativa al Senato sugli eventi climatici delle scorse settimane.

“Finora sei regioni hanno presentata istanza preliminare per lo stato di emergenza. In questo momento non è possibile fornire una ipotesi di quantificazione delle esigenze, data la vastità del territorio e la specificità dei fenomeni che ci sono verificati” e le autorità competenti “sono al lavoro per consentire al Consiglio dei ministri di provvedere al più presto possibile alla dichiarazione dello stato di emergenza”.

Il ministro, come già fatto la scorsa settimana alla Camera, ribadisce che è tempo di una seria programmazione, ricordando che la stessa premier Giorgia Meloni, in quei giorni, si era espressa allo stesso modo. E scandisce: “Il cambiamento climatico c’è da ormai almeno 15 anni e non può più essere un alibi per quanti fanno finta di non capire che serve un cambio di passo.

Quando dico che la cultura del rischio non sembra essere troppo considerata, lo dico alla luce dei molti incendi dovuti alla mancata applicazione di misure preventive. È chiaro che servono interventi strutturali, che devono passare da una seria pianificazione: non è solo un problema di risorse ma di priorità, di obiettivi”.

La questione Sicilia

Quindi risponde alle critiche ricevute nei giorni scorsi per i roghi avvenuti in Sicilia, di cui è stato governatore: “Da presidente della Regione Sicilia ho sempre fatto il mio dovere – tuona – Preferirei esser contestato per l’attività di ministro ma comprendo benissimo, essendo stato all’opposizione.

Quando si indicano percorsi e possibili obiettivi occorre essere sempre credibili, non certo immuni da errori. Credo di aver attraversato paludi senza mai prendere la malaria. Lo dico con umiltà, senza superbia, ma con la consapevolezza di aver fatto sempre il mio dovere”.

(Redazione/9colonne)

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