Italia-Svizzera, Tajani: “Ambasciatori di pace e promotori di crescita”

Il Vice Presidente e Ministro degli esteri Antonio Tajani durante la conferenza stampa.
Il Vice Presidente e Ministro degli esteri Antonio Tajani durante la conferenza stampa. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Due paesi confinanti, Italia e Svizzera, che intrattengono relazioni contraddistinte da intensi rapporti economici, politici, sociali e culturali, da una lingua comune e da frequenti visite a tutti i livelli. “Abbiamo una visione comune sulle grandi questioni internazionali, sia per quanto riguarda la guerra in Ucraina sia per quanto riguarda l’emergenza immigrazione”, ha detto Antonio Tajani, vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che oggi, alla Farnesina, ha incontrato il Consigliere Federale della Confederazione Svizzera, Ignazio Cassis.

“I rapporti bilaterali sono eccellenti”, ha incalzato Tajani, sottolineando come il Belpaese e lo Stato elvetico si trovino sulle stesse posizioni sia per quanto riguarda la guerra in Ucraina sia per ciò che concerne la questione migranti, in particolare la lotta all’immigrazione clandestina. “Siamo pronti a lavorare insieme – ha spiegato Tajani – Abbiamo numerose partnership in programma, soprattutto dal lato economico”.

Uno sforzo comune su più fronti, quindi, una strategia bilanciata, studiata e condivisa affinché “l’area del mediterraneo allargato” veda Italia e Svizzera come “ambasciatori di pace e promotori della crescita economica”.

“Comunità sociale e familiare”

Dello stesso avviso anche Cassis, secondo cui, tra Italia e Svizzera esiste una “comunità sociale e familiare” basata su “relazioni internazionali e su dialogo transfrontaliero”. Il Consigliere Federale della Confederazione Svizzera ha sottolineato come i legami tra i due paesi, “non sono solamente linguistici o transfrontalieri”, ma riguardano anche il settore economico. Dati alla mano, forniti da Cassis, l’Italia è “il quinto mercato per l’export svizzero e il terzo mercato come fornitore per l’import”.

Entrambi hanno constatato un graduale miglioramento delle relazioni bilaterali tra Svizzera e Italia, soprattutto ora che “siamo riusciti a trovare una soluzione anche a questo granello della black list che verrà inserito nell’accordo sui transfrontalieri”, come ricordato da Cassis.

Frontalieri e migranti

Riferendosi alla recente firma da parte dei ministri delle Finanze dei due Paesi, la svizzera Karin Keller-Sutter e l’omologo italiano Giancarlo Giorgetti, in cui viene sancita l’esclusione della Svizzera dalla black list dei paradisi fiscali stilata nel 1999, Cassis considera l’accordo un “grido di gioia” per gli oltre 85mila lavoratori frontalieri; il Consigliere considera l’iniziativa a loro beneficio quasi “matura” e, ha affermato, verrà presto “adeguata alla nuova realtà del telelavoro”.

Entrambi i Paesi, evidenziano i ministri, seguono, inoltre, la stessa linea di lotta all’immigrazione clandestina: “Da parte Svizzera da anni ci sono grandi sforzi per la riforma del processo di Dublino”, ha chiosato Ignazio Cassis; mentre, secondo Tajani, sarà importante avere una “strategia a lungo termine” per contribuire a “risolvere i problemi alla base dell’immigrazione”. Servono “investimenti per aiutare quei continenti a crescere – ha proseguito Tajani – non con un atteggiamento colonialista, ma amico”.

Infine, per quanto riguarda la situazione ucraina, il ministro degli Esteri è convinto del ruolo non secondario che potrebbe assumere la neutrale Svizzera in vista dei futuri e possibili negoziati per la pace. “Siamo convinti – ha asserito Tajani – che la Svizzera possa essere sede di qualsiasi negoziato grazie alla sua grande neutralità”. “In vista del raggiungimento della pace dopo la guerra in Ucraina, la Svizzera potrà svolgere un ruolo primario”, ha concluso Tajani.

(Redazione/9colonne)

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