Balcani, Tajani: “L’Italia torni protagonista, l’Europa acceleri sull’adesione”

Riunione Ministeriale sui Balcani Occidentali, presieduta dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani
Riunione Ministeriale sui Balcani Occidentali, presieduta dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. (Ufficio stampa Farnesina)

ROMA. – Si è tenuta oggi a Roma la Riunione Ministeriale sui Balcani Occidentali, presieduta dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, per riaffermare il ruolo da protagonista dell’Italia, fortemente voluto da questo governo, nei Balcani Occidentali e favorire il dialogo e la cooperazione regionale, oltre a rilanciare il processo di integrazione europea dei Paesi della regione.

Insieme al Ministro degli Esteri italiano, era presente anche il Commissario europeo per il Vicinato e l’Allargamento, Oliver Varhelyi, il Ministro degli Esteri svedese Tobias Billström, in qualità di Presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, e i Ministri degli Esteri di Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia.

Un Business Forum per le imprese

Prima della prosecuzione dei lavori alla Farnesina, con la Conferenza “New vision for the Western Balkans: EU accession and regional security” organizzata dall’Istituto Affari Internazionali e dall’Osservatorio Balcani, Caucaso e Transeuropa, Tajani ha tenuto un punto con la stampa per aggiornare sui contenuti delle riunioni, durante il quale ha ribadito la volontà dell’Italia di rappresentare l’Europa nel portare avanti le istanze di adesione dei paesi dei Balcani nell’Unione.

Tra i temi trattati: “la stabilità dell’area, quindi il rafforzamento del primo accordo tra Kosovo e Serbia, l’impegno comune nella lotta contro l’immigrazione clandestina, il rafforzamento delle collaborazioni a livello economico e la volontà già annunciata di organizzare un Business Forum con la partecipazione delle nostre imprese in tutti i paesi dell’area dei Balcani”.

Tajani ha più volte ribadito con soddisfazione l’apprezzamento dei paesi dell’aera per la presenza dei militari italiani “sia ai confini tra Serbia e Kosovo, sia in Bosnia Erzegovina e Albania”, sottolineando anzi che sono giunte richieste di un maggior coinvolgimento dell’Italia e addirittura lamentele “per l’assenza del nostro paese, in questi ultimi anni”.

Recuperare il tempo perso

“Ci sono stati ritardi da parte dell’Europa”, ha accusato Tajani. “Ora bisogna recuperare il tempo perduto. È stato importante anche avere la presenza del Ministro degli Esteri Svedese che è alla guida dell’Unione Europea in questo semestre. E abbiamo annunciato che organizzeremo entro la fine dell’anno un altro vertice, per fare il punto della situazione, per vedere quanti passi in avanti sono stati compiuti da entrambe le parti, Europa e Paesi candidati per arrivare alla piena partecipazione di questi ultimi all’Unione. L’Italia lavora perché questi paesi possano quanto prima entrare nel novero dei candidati” ha poi precisato il ministro, per sottolineare l’importanza del ruolo del nostro paese, per la buona riuscita del processo di adesione dei paesi dei Balcani.

L’interesse dell’Italia è concentrato anche sul fronte dell’immigrazione, poiché la rotta balcanica costituisce un fronte caldo che preoccupa tutta l’Europa. Da questo punto di vista, assicura Tajani, “i paesi dei Balcani sono fortemente impegnati nella lotta all’immigrazione clandestina e per il rinvio dei clandestini nei paesi di origine. Stiamo lavorando anche per non avere un’eccessiva liberalizzazione dei visti di paesi extraeuropei. Ma c’è il comune impegno nel difendere le frontiere esterne, per combattere la criminalità che organizza il traffico di esseri umani”.

Ucraina e Tunisia

Sollecitato dalle domande dei giornalisti presenti nella sala stampa, Tajani è poi entrato nel merito di alcune questioni di attualità nella politica estera. Secondo il ministro, ad esempio, “La guerra in Ucraina non dovrebbe ostacolare il processo di adesione all’Unione Europea dei paesi dei Balcani, anzi dovrebbe favorirla”. La guerra, spiega Tajani, rappresenta un boomerang per l’assetto geopolitico del continente, poiché ha sicuramente rafforzato la presenza della Nato.

– “È stato un errore – dice chiaramente – perché la preoccupazione di una Russia così aggressiva ha portato due paesi come la Finlandia e la Svezia a guardare all’Alleanza Atlantica come forza politica ma anche militare capace di proteggere la loro indipendenza e la loro sicurezza. Naturalmente nessuno vuole che scatti l’articolo 5 del Trattato, perché tutti vogliamo la pace”.

E, rispetto alla situazione in Ucraina, Tajani fa sapere di aver parlato a lungo di pace “con il Direttore Generale dell’Agenzia Nucleare delle Nazioni Unite confermandogli il sostegno dell’Italia affinché si possa arrivare ad un accordo sulla Centrale nucleare di Zaporizhia, per farla diventare una zona franca”. Infine, la Sala Stampa ha chiesto un aggiornamento rispetto alla situazione in Tunisia, che rischia di diventare un problema molto serio a pochi chilometri dalle coste italiane.

“L’Italia ha fiducia nelle istituzioni tunisine” afferma il Ministro, mostrando ottimismo. “Come Italia, stiamo lavorando affinché si possa impedire il collasso finanziario della Tunisia.  Mi pare che ora la situazione sia di maggiore disponibilità sia da parte statunitense, sia da parte francese e anche, dopo la visita del commissario Gentiloni, da parte dell’unione Europea, ad aiutare il paese dal punto di vista finanziario. Recentemente, c’è stata anche la visita dei ministri degli esteri di Belgio e Portogallo, in qualità di rappresentanti del Consiglio per gli Affari Esteri europeo”.

“È importante però – prosegue Tajani – che si facciano le riforme. La proposta italiana è quella di elargire finanziamenti a scaglioni, sulla base della realizzazione delle riforme. Può essere un modo per dimostrare che c’è buona volontà da parte del Fondo Monetario Internazionale e dei paesi amici della Tunisia, e contemporaneamente stimolare il processo di rinnovamento”.

(Redazione/9colonne)

Lascia un commento