Ucraina, Zelensky ai leader mondiali: “Ci servono le armi, e velocemente”

Volodymyr Zelensky in collegamento alla conferenza di Monaco.
Volodymyr Zelensky in collegamento alla conferenza di Monaco. (Photo by Thomas KIENZLE / AFP)

MADRID. – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha aperto il vertice sulla sicurezza di Monaco con il previsto videocollegamento con la platea di diplomatici e leader mondiali. Parlando in inglese, Zelensky ha paragonato come altre volte la lotta dell’Ucraina contro l’aggressione russa a quella di Davide contro Golia, aggiungendo però che Kiev non “ha ancora la fionda di Davide”, forse alludendo al suo incontro di ieri con il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen.

A detta del presidente ucraino, Golia ha già iniziato a “perdere terreno” e “sicuramente cadrà già quest’anno”. Il presidente ucraino a questo punto ha ricordato ai partner occidentali che “non ci sono alternative alla nostra vittoria”. Ribadendo quanto affermato ieri sera alla Bbc, Zelensky ha inoltre sottolineato l’importanza di accelerare le consegne di armi occidentali all’Ucraina, “perché è dalla velocità di tali consegne che dipendono le nostre vite”. Inoltre, il presidente ucraino ha puntato l’indice contro l’intenzione che – a suo dire – il Cremlino avrebbe di “strangolare la Moldavia”.

Mentre l’Ue “si trascina” sui discorsi sull’allargamento del blocco, la politica russa sta diventando sempre più distruttiva e aggressiva, ha aggiunto, sottolineando che “la maggior parte degli europei sostiene l’adesione dell’Ucraina all’Ue” e che “Kiev è già unita all’economia, alla logistica e all’energia europee”.

Scholz: “L’Ucraina è parte dell’Europa libera”

“L’Ucraina appartiene al nostro lato, quello della libera e unita Europa”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz. E ha aggiunto: “Il revisionismo di Putin non prevarrà, migliaia di russi stanno pagando un grande prezzo per le sue decisioni. Prima Putin capisce che non potrà raggiungere i suoi obiettivi e meglio sarà. Continueremo a fornire il miglior supporto possibile, sempre cercando di evitare l’escalation”.

“Chi può mandare tank all’Ucraina lo faccia adesso – ha sottolineato Scholz – Penso che dobbiamo essere preparati per una guerra lunga e dobbiamo mandare a Putin il messaggio che staremo accanto a Kiev per tutto il tempo necessario e che faremo del nostro meglio. Sono sicuro che Putin non si aspettava un’Europa così unita e una NATO così forte. Putin crede che ci fermeremo nel fornire supporto, ma questo non accadrà”.

Macron: “Pronti anche a una guerra più lunga”

“Questa guerra ha conseguenze devastanti e solo la Russia è responsabile per la crisi che ne è scaturita. Una crisi che riguarda le forniture alimentari, per esempio”, ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron. “Questa guerra ha portato la Russia a incassare quattro sconfitte. Quella sul campo, perché credeva che l’Ucraina avrebbe capitolato in pochi giorni o settimane. Invece l’incredibile coraggio degli ucraini ha scombinato questi piani. Il secondo è quello della mentalità coloniale. L’obiettivo era di creare confusione per creare sfere d’influenza far circolare l’idea che questa guerra fosse legittima. Ma non ha funzionato, neanche a un anno di distanza”, ha proseguito il presidente francese.

“La terza è da rintracciare nel futuro. Perché i risultati sono il consolidamento della forza Ucraina e la decisione di Svezia e Finlandia di diventare membri Nato”, ha detto ancora Macron, spiegando quindi il quarto punto del suo ragionamento: “Putin voleva affermarsi nel mondo ma ora è considerata una potenza economia di medio livello. Non dobbiamo essere ingenui nel valutare l’approccio alla guerra ma allo stesso tempo dobbiamo cercare il dialogo. Il momento del dialogo, però, non è ancora arrivato perché la Russia ci mostra solo guerra, e sceglie addirittura di intensificarla. La Russia ha deciso di attaccare civili, infrastrutture e commettere crimini di guerra”.

Il summit a Monaco

Il summit di tre giorni, al quale dovrebbero partecipare più di cento leader mondiali e diplomatici, tra cui la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris nonché un rappresentante del governo di Pechino, sarà una cartina di tornasole rispetto alle reali intenzioni dell’occidente di impegnarsi a sostenere una guerra dura, prolungata e costosa, in merito alla quale è adesso chiamato ad affrontare le richieste urgentissime di Kiev rispetto alla fornitura di armi e munizioni.

Il tutto, mentre crescono i timori che il Cremlino stia pianificando una nuova offensiva e la speranza di una soluzione diplomatica appare più lontana che mai. A confermarlo, anche le parole pronunciate nella serata di ieri dallo stesso Zelensky che in un’intervista alla Bbc ha ribadito la sua contrarietà a qualsiasi accordo di spartizione dei territori ucraini con la Russia. Zelensky ha nuovamente sottolineato che l’unico modo per “accelerare la pace” sia la fornitura ai difensori di armi moderne: “è l’unica lingua che la Russia capisce”, ha detto.

Zelensky ha anche commentato le dichiarazioni del presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, secondo cui il l’esercito di Minsk non entrerà in guerra a meno che “anche un solo soldato ucraino entri oltre il nostro confine”. “Spero che la Bielorussia non entri nel conflitto – ha detto Zelensky –. Ma se così fosse, vorrà dire che combatteremo e sopravviveremo”.

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