Ucraina, i mercenari Wagner irritati con Mosca

MADRID. – Non si arrestano i raid missilistici notturni sull’Ucraina, una strategia che – ormai è chiaro – mira a demoralizzare la popolazione già duramente provata del paese invaso ormai da quasi un anno. Nella notte di ieri, secondo lo stato maggiore di Kiev l’esercito di Mosca ha lanciato 32 testate contro obiettivi civili provocando almeno una vittima. La metà dei missili sarebbero stati abbattuti prima di giungere sul bersaglio.

Sul campo, il punto focale dello scontro resta comunque la città di Bakhmut, pressoché equidistante da Lugank e Donetsk, la cui conquista questa mattina è stata prevista “entro marzo o aprile” dal capo del famigerato Gruppo Wagner, Evgeni Prigojine, in un video postato nella notte sul canale WarGonzo Telegram. “Per prendere Bakhmut, è necessario tagliare tutte le vie di rifornimento”, ha detto Prigojine aggiungendo che secondo lui la città sarebbe già caduta nelle mani dei suoi uomini “se non ci fosse questa mostruosa burocrazia militare, e se non ci mettessero ogni giorno i bastoni tra le ruote”.

Il Gruppo Wagner, fondato nel 2014, ha infatti reclutato migliaia di criminali comuni per combattere in Ucraina promettendo loro che, una volta rientrati in patria, le loro colpe sarebbero state dimenticate. E finora, ha a più riprese assicurato Prigojine, “Tutti gli obblighi nei confronti di coloro che già militano nel gruppo sono stati adempiuti”.

Ora, però, lo stop all’arruolamento nelle carceri – deciso il 9 febbraio scorso dal ministero della Difesa –sarebbe destinato a creare una “emorragia” per l’organizzazione. “Ad un certo punto, il numero di unità diminuirà e di conseguenza anche il volume di compiti che potremo svolgere”, ha detto Prigojine la cui organizzazione sta conducendo dall’estate l’offensiva contro Bakhmut a costo di pesantissime perdite.

Il discorso di Putin

Che il conflitto in Ucraina stia costando carissimo alle forze russe lo sottolinea del resto anche l’ultimo aggiornamento pubblicato online dall’ Institute for the Study of War, i cui esperti affermano che “la dispendiosa campagna militare ha probabilmente esaurito in modo significativo l’equipaggiamento russo e le riserve di personale militare necessarie per sostenere un’offensiva su larga scala di successo nell’Ucraina orientale”.

Il think tank ritiene inoltre improbabile che Putin “annunci misure per un’ulteriore escalation della guerra in Ucraina, nuove importanti iniziative di mobilitazione russa o qualsiasi altra politica significativa nel suo discorso programmato all’Assemblea federale russa il 21 febbraio”. Il presidente russo dovrebbe infatti parlare alle camere alte e basse del parlamento russo la prossima settimana, pochi giorni prima dell’anniversario della guerra.

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