Si tratta per resa di Bani Walid “Gheddafi sta bene e resiste”

OUM KHOUMFIS – Mentre a Bani Walid prosegue l’assedio dei ribelli alla città e sono ripresi i colloqui per poter entrare pacificamente, gli insorti hanno ripreso le operazioni anche sulla linea del fronte di Sirte. Ieri all’alba diverse decine di combattenti della ‘brigata dei martiri di Zintan’, schierata vicino alla località di Oum Khoumfis a un centinaio di chilometri a est di Sirte, hanno disarmato i combattenti di una tribù fedele al regime, raccogliendo circa 150 armi leggere. “Non c’è stata violenza – ha detto un comandante della brigata, Adel Semfez – non ci sono stati incidenti”.


”Potremmo prendere Bani Walid in una o due ore, ma non vogliamo spargimenti di sangue e tentiamo un accordo”, ha detto una fonte militare dei ribelli, parlando degl sviluppi per la conquista della città a sud di Misurata. “Per quanto ci riguarda vorremmo catturare i responsabili del regime a Bani Walid e portarli in tribunale per rispondere dei propri crimini”, ha sottolineato la fonte precisando che “dall’altra parte ovviamente vorrebbero l’immumità, ed è su questo che si sta trattando in queste ore”. “Il 90% degli abitanti di Bani Walid vuole una soluzione pacifica. Bani Walid è con la maggioranza dei libici”. E’ quanto affermano i rappresentanti della città che in questo momento stanno discutendo con una delegazione di ribelli per l’ingresso nella città senza combattimenti. Al Jazira sta trasmettendo in diretta e in esclusiva la riunione che, sostiene l’emittente, si svolge a Bani Walid.

Gheddafi: giallo sulla fuga in Niger


Il colonnello libico Muammar Gheddafi “è in ottime condizioni di salute e sta organizzando la difesa della Libia”. È quanto ha affermato il portavoce di Gheddafi, Moussa Ibrahim, in un’intervista all’emittente siriana ‘ar-Rai’. “Combatteremo e resisteremo per la Libia e per tutti gli arabi”, ha dichiarato Ibrahim, sottolineando che il regime “ha ancora forza” e che le milizie gheddafiane combatteranno “fino alla morte o alla vittoria”. Il portavoce del colonnello ha infine accusato la Nato di “commetere crimini, in particolare stupri, omicidi e saccheggi”.


Intanto, è giallo sulla possibile fuga di Gheddafi in Niger. Secondo l’ipotesi avanzata da fonti militari citate dall’emittente ‘al-Arabiya’ potrebbe esserci anche il colonnello su uno dei 200 mezzi del convoglio entrato nelle scorse ore in Niger (e diretto verso la capitale Niamey) dal deserto della Libia. Domenica le autorità nigerine avevano annunciato che alcuni esponenti del regime di Gheddafi avevano attraversato il confine con il Niger. La notizia della presenza di Gheddafi sul convoglio, però, viene smentita prima dall’emittente satellitare pan-araba Al-Arabiya poi dagli Usa. Secondo la portavoce del Dipartimento di Stato Victoria Nuland, infatti, non ci sono prove del fatto che il colonnello libico o esponenti della sua famiglia abbiano attraversato il confine verso il Niger.