Napolitano: «Ora altre prove di coesione»

ZAGABRIA – ‘’E’ un miracolo!’’, commenta Giorgio Napolitano, alzando le braccia al cielo, quando gli dicono che la manovra sui conti pubblici è stata approvata dal Senato ed è già all’esame della Camera.
Presidente, non ci credeva?
– C’era un accordo serio ed è stato pienamente rispettato – risponde aggiungendo che ci dovranno comunque essere altre prove di ‘’coesione’’.

Poi fa una pausa, cambia tono della voce e aggiunge:
– Si vedono cose serie, ma non sono seri tutti questi accenni al ‘totoministri’.
In queste due battute si racchiude la giornata del presidente della Repubblica a Zagabria, per una visita di Stato che si è svolta senza mai staccare gli occhi dalla delicata evoluzione politica italiana.


Il gioco delle voci, anche in merito a futuri governi tecnici, che ha fatto irritare Napolitano è cominciato di buon mattino, quando il ministro degli esteri Franco Frattini, che ha accompagnato Napolitano, è stato assediato dai giornalisti italiani e croati. Alle domande sull’efficacia della manovra, Frattini ha risposto sottolineando positivamente la convergenza con l’opposizione. Poi, gli hanno chiesto: ma potrebbe esser lei il nuovo ministro della giustizia?
– Non facciamo il toto ministri. Non è serio. Io – ha risposto – devo fare un lungo viaggio in Cina, stasera sarò a Istanbul, e ho molte cose da fare.


Passano le ore. Solo in serata Napolitano reagisce con viva indignazione.
– Io – fa osservare – non ho ricevuto alcuna proposta dal presidente del Consiglio e addirittura vedo tirato in ballo, per un altro incarico di governo, il ministro degli Esteri che mi accompagna in questa missione in Croazia. Ciò è veramente da irresponsabili, chiunque metta in giro queste voci.


Sembra che ce l’abbia proprio con la maggioranza, ma non lo dice. Per capire la reazione bisogna dire che nel frattempo, all’ora di pranzo, Napolitano ha risposto a una domanda sul dopo-manovra con parole che hanno messo in allarme sia ambienti di governo che dell’opposizione. Sono girate interpretazioni secondo le quali aveva aperto la strada ad un governo tecnico. Niente affatto, si sono affrettati a precisare i collaboratori del presidente, invitando a leggere la trascrizione integrale delle parole presidenziali. In effetti, il governo tecnico è solo una delle possibili – e fantasiose – deduzioni che si possono fare. Napolitano ha detto soltanto che con questo decreto legge non si chiude per niente la delicata partita iniziata per mettere in sicurezza i conti pubblici italiani attaccati della speculazione internazionale. E ciò sia perchè la dimensione della manovra non basta, come aveva già detto autorizzando la presentazione del decreto, sia perchè il dl punta soltanto alla stabilità e non anche alla crescita: E invece bisogna combinare le due cose, e questo richiederà ancora coesione nazionale.


Quanto alle prospettive, Napolitano ha avvertito che l’approvazione dell’attuale decreto legge lascia ‘’questioni aperte’’, e ha aggiunto:
– Sono convinto che anche per il futuro prossimo occorreranno, in altri momenti, prove di coesione, e riuscire a realizzarle dipenderà da tutti: dall’opposizione alla maggioranza. Socialmente ed istituzionalmente dipenderà invece da tutte le realtà sociali ed istituzionali che contano nel nostro paese.


Se le parole del Capo dello Stato in merito alla coesione sono state lette da alcuni ambienti politici come una sorta di apertura ad un possibile governo tecnico, dal Quirinale si riconduce dunque il tutto ad una pura e semplice ripetizione di un appello tante volte fatto da Napolitano, fin dal primo giorno del Settennato. Il presidente della Repubblica ha lanciato un allarme ben più forte sull’euro, dicendo che, a questo punto, se salta la moneta unica salta l’Europa, e perciò bisogna rafforzare l’integrazione politica. Inoltre ha ricordato che fare parte dell’Ue non è una rendita di posizione, ma una sfida continua per realizzare i principi basilari accettati al momento dell’adesione: e fra questi principi ci sono ‘’la stabilità, anche finanziaria, la crescita, il rispetto delle regole, la solidarietà, e dunque un futuro per i nostri giovani’’.