Obama minaccia Gheddafi: «Nato pronta a intervenire»

TRIPOLI – Nella questione libica anche la Nato potrebbe giocare un ruolo. Ieri per la prima volta si è apertamente parlato dell’opzione militare, con la possibilità che le truppe dell’alleanza atlantica intervengano nella crisi del regime di Gheddafi.

– La Nato sta considerando un’ampia gamma di potenziali opzioni, comprese opzioni militari – ha detto il presidente degli Usa, Barack Obama, dopo un incontro con il primo ministro australiano Julia Gillard. Sulla questione però frena immediatamente Mosca. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha ribadito la sua opposizione a un intervento militare in Libia.

Ieri pomeriggio il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen, aveva spiegato che «la Nato non ha intenzione di intervenire in Libia», ma essendo un’organizzazione per la sicurezza è suo compito fare piani per «ogni eventualità». Ogni eventuale ruolo operativo della Nato nella crisi libica, ha affermato Rasmussen, sarebbe perciò «in accordo» con un mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Anche l’Onu punta il dito contro il Raìs. Il segretario generale Ban Ki Moon ha detto che il governo di Tripoli deve smettere immediatamente di usare la violenza e di condurre attacchi indiscriminati contro i civili.

Dal canto suo, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha reso noto che l’Italia ha avviato «discretamente» contatti con esponenti dell’opposizione libica. Il ministro ha anche commentato:
– In libia si è creata una situazione da guerra civile, non possiamo fermarla domani se non facendo la guerra, e la guerra non è un videogioco, è una cosa seria.

Per il titolare della Farnesina «è assai difficile pensare ad aerei militari italiani coinvolti sul terreno libico, ma evidentemente la nostra lealtà euro-atlantica ci fa dire che le nostre basi militari e il supporto logistico non potremmo negarli».