Pd, ecco gli organi per l’estero Obiettivo: radicarsi sul territorio

Monica Patricia Rizzo (Argentina) e Paolo Da Costa (Svizzera) sono i nuovi membri eletti all’ufficio di Presidenza dell’assemblea della Circoscrizione estero del Pd; Gianluca Galletto (America Settentrionale), Fabio Porta (America Meridionale), Franco Narducci (Europa) e Silvia Finzi (Asia – Africa – Oceania – Antartide) sono, invece, i nuovi rappresentanti nella Direzione nazionale del Pd.

Questi i risultati elettorali dell’assemblea della Circoscrizione estero del Pd che si è riunita nello scorso weekend a Busto Arsizio (Va) all’interno dell’assemblea nazionale del Partito democratico. Passi formali già previsti ma comunque importanti per un partito che continua a marciare verso il pieno funzionamento e il radicamento sul territorio oltre i confini nazionali.

Nel corso della riunione dell’assemblea introdotta dalla presidente Beatrice Biagini, è stata analizzata e condivisa la relazione politica di Eugenio Marino, responsabile del Pd per gli Italiani nel mondo, ed è stato approvato all’unanimità un documento politico sulle principali questioni che riguardano gli italiani all’estero. Sono quattro i punti cardine del documento approvato. A partire dal delicato tema della mobilità e dei diritti. Il Pd, infatti, ha individuato nella portabilità e integrazione dei diritti pensionistici, infortunistici, di disoccupazione e di maternità, nella creazione di un criterio di proporzionalità inversa fra pressione fiscale e durata del contratto, nella lotta alle collaborazioni mascherate da contratti esterni e nell’estensione dei diritti previdenziali ad ogni forma contrattuale tramite un sistema di flexicurity gli obiettivi da raggiungere.

Altro tema caldo quello dell’immigrazione e della cittadinanza. “Vorremmo in particolare che i parlamentari eletti nelle liste del PD promuovessero un’azione politica per la riforma della cosiddetta Direttiva Rimpatri”, si legge nel documento e che ci sia assoluta priorità nella lotta alle mafie internazionali dell’immigrazione. In chiave Cittadinanza, invece, il Pd chiede pieni diritti elettorali per ogni cittadino europeo che viva in uno stato diverso dal proprio stato di origine. Prese di posizione chiare e marcate anche per quanto riguarda l’Europa e il tema dei diritti civili, con il “rilancio e approvazione della Direttiva contro tutte le forme di discriminazione presentata dalla Commissione europea lo scorso 2 luglio; sostegno alle proposte di includere una nozione di discriminazione multipla, fondata sulla combinazione di più fattori di rischio, e di discriminazione per associazione. Sostegno alla inclusione alle molestie sessuali nonché all’applicabilità della Direttiva alle unioni civili e di fatto, rimozione di ogni forma di discriminazione nei confronti della comunità Glbt, rimozione di ogni discriminazione nei confronti della libertà della donna, rimozione di ogni ostacolo allo sviluppo della ricerca scientifica in campo medico”. Ultimi punti del documento, ovviamente non per importanza, quelli sul mercato e i diritti sociali.

Il nuovo Parlamento Europeo – si legge nel testo – si troverà presto a decidere su importanti provvedimenti legislativi quali la direttiva sull’assistenza sanitaria in Europa e la libera circolazione dei pazienti, sulla questione dei fondi di assicurazione obbligatori e la loro compatibilità con il mercato comune, con i progetti di riforma della direttiva sul distacco dei lavoratori. Occorrono – scrivono i democratici – posizioni chiare che garantiscano la mobilità e l’apertura al mercato anche in questi settori, non secondo una serie di parametri vincolanti stabiliti dai singoli stati, ma piuttosto secondo criteri comuni quali: interoperabilità, accessibilità universale, accessibilità di costo, rispetto dei principi di solidarietà”.