Manovra: l’Opposizione: «E’ centralista, incide sugli enti locali»

ROMA – Polemiche, ieri, sui tagli che interesseranno le Regioni. Per prima a sottolinearli è stata l’opposizione tacciando di ‘centralismo’ la manovra del governo che incide, cospicuamente, sugli enti locali. Poi ieri anche il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, aveva lanciato l’allarme. «Le Regioni dovranno sopportare il 45% del carico dei tagli, 10 miliardi in due anni su un totale di 24», così il federalismo «è a rischio», attacca Formigoni.


La Lega, principale sponsor del federalismo, non sembra però preoccupata. Dice il ministro Roberto Calderoli:


– La Lega Nord non avrebbe mai potuto votare una manovra economica che potesse in qualche modo mettere a rischio il federalismo fiscale. E infatti il decreto legge non soltanto non tocca il federalismo, ma anzi ne crea i presupposti, ponendo le basi per i prossimi decreti legislativi.


Poi la richiesta al titolare dell’Economia, Giulio Tremonti, di accelerare sui decreti attuativi:


– Proporrò al ministro Tremonti -spiega Calderoli- di portare già nel mese di giugno, oltre al decreto legislativo sull’autonomia impositiva degli enti locali anche quello sui costi e sui fabbisogni standard.


Il premier Silvio Berlusconi, da parte sua, rassicura il Carroccio: non ci saranno ritardi dovuti alla manovra, garantisce, e «per non lasciare spazio ai retropensieri abbiamo deciso di varare una commissione all’interno del Pdl, che concluderà il suo esame entro l’estate.


Il presidente della regione Piemonte, il leghista Roberto Cota, smina i dubbi del collega lombardo Formigoni rifacendosi alle assicurazione del premier:


– Le parole di Berlusconi confermano che il federalismo non corre alcun pericolo: si farà, e nei tempi stabiliti, perché è necessario alla ripresa del Paese. Pur comprendendo le ragioni che spingono un federalista convinto come il presidente Formigoni a temere ritardi nel varo di questa essenziale riforma, sono convinto che il federalismo si farà perché è il Paese che lo chiede e se lo aspetta.


Tuttavia nel Carroccio non tutti si sentono così garantiti dal Cavaliere. Stefano Stefani, presidente della commissione Affari esteri della Camera, sostiene che l’unica vera garanzia per il federalismo è l’impegno della Lega


– Sono d’accordo con Formigoni – afferma -, i rischi ci sono per il federalismo fiscale, perché c’è chi che non lo vuole. Ma per fortuna c’è la Lega e quindi si può stare tranquilli.


Mentre il viceministro Roberto Castelli distingue i due piani, quello della manovra e quello del federalismo.


– Non capisco cosa c’entri con la manovra economica il federalismo fiscale – afferma -. E’ chiaro che i sacrifici andavano fatti, è il momento che tutti devono stringere la cinghia. Ora -spiega Castelli- abbiamo fatto la cura per restare vivi. La manovra è una sorta di pronto soccorso, adesso bisogna trovare la terapia e il federalismo è la terapia. Trovatemi uno che mi dica perché costa il federalismo fiscale. Il federalismo, insisto, è la terapia.


L’opposizione insiste sul fatto che la manovra, di fatto, condanna l’attuzione del federalismo e sfida la Lega a dire il contrario.


– Bossi è come le tre scimmiette: lui non vede, non sente e non parla. Ma sa fin troppo bene che il federalismo non c’è più. L’unica, vera riforma che il Parlamento poteva varare nel corso di questa legislatura si è dissolta come neve al sole perché la manovra finanziaria di Tremonti le ha inferto un colpo letale – incalza Ettore Rosato del Pd.


Aggiunge Michele Ventura, vicepresidente dei deputati del Pd:


– Calderoli deve riconoscere che il percorso verso il federalismo si è fatto senza dubbio più complicato dopo la manovra approvata dal Consiglio dei Ministri.


Anche dall’Udc arrivano le stesse considerazioni. Dice Maurizio Ronconi.


– Alla Lega non rimane che il training autogeno per convincersi che il federalismo si farà. Ma oramai è un’illusione che non può essere coltivata se non con esercizi di auto convincimento.


Per il capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, Massimo Donadi, il federalismo «è ormai soltanto uno slogan vuoto».


– Questo – commenta – è il governo più centralista degli ultimi 50 anni. Sta scaricando sugli enti locali il costo della manovra, perchè non ha il coraggio delle riforme strutturali e non vuole ammettere di dover aumentare le tasse, facendole aumentare agli enti locali, soggetti a pesanti tagli. è necessaria una seria discussione in Parlamento per correggere questa pessima manovra e limitare i danni