“Non usciamo indeboliti dall’inchiesta sugli appalti”

“Non so se i nomi pubblicati nella lista – ha aggiunto – sono beneficiari di favori o hanno regolarmente pagato. Questo dovrà verificarlo la Magistratura che lavora e lavorerà con serenità. E sarebbe il caso che assicurasse anche riservatezza”. A questo auspicio il ministro aggiunge anche una precisazione: “Non credo che siamo di fronte ad una nuova tangentopoli, ma ad episodi che se fossero veri meriterebbero una severa punizione dei colpevoli.

Chi è chiamato ad occuparsi della cosa pubblica, amministra il denaro dei cittadini, lo deve fare con rigore morale e con severità”. Ad ogni modo “il governo non è indebolito” dall’inchiesta su Anemone e anzi rilancia col ddl contro la corruzione che potrebbe servire proprio per garantire “maggiore fluidità nel funzionamento degli enti locali e assicurare al contempo maggiore trasparenza”.

“Il ddl che abbiamo presentato – ha spiegato – si fonda su alcuni temi fondamentali: l’inasprimento delle pene e un sistema di maggiore trasparenza dentro la pubblica amministrazione”.

Un ddl, come ha precisato il ministro, “fortemente voluto dal Presidente Silvio Berlusconi e che ha un obiettivo: eliminare quei lacci e lacciuoli che spesso rappresentano dei passaggi a livello per superare i quali si paga la tangente e fare sì che una maggiore fluidità nel funzionamento degli enti locali possa assicurare
al contempo maggiore trasparenza”.