Il vecchio “leone” se n’è andato. E, ha sottolineato Barack Obama, ora “si è chiuso un capitolo della nostra storia”. Ted Kennedy è morto di cancro al cervello, a un anno dall’ictus che lo colpì nella sua casa a Cape Cod, in Massachusetts. Fratello minore di JFK e Bob, fra i tre era quello che più possedeva una tempra liberal in grado di farlo combattere fino alla fine per la causa democratica. Edward “Moore” Kennedy, 77 anni, ha impedito che il cancro riuscisse a ridurgli la lucidità mentale: tempo fa aveva chiesto di essere sostituito subito al Senato, consapevole che la propria scomparsa avrebbe privato di un voto il passaggio parlamentare della riforma sanitaria. “Ha amato questo Paese e vi ha dedicato la vita”, ha affermato la famiglia, annunciandone la morte. Al Martha’s Vineyard, dove la famiglia Obama trascorre le vacanze, la notizia è arrivata come un macigno, un colpo pesante, ma atteso, per il presidente impegnato a far passare una riforma sanitaria che del senatore americano porta l’impronta, tecnica e simbolica. “Io e Michelle abbiamo il cuore spezzato”, ha detto l’uomo più potente degli Stati Uniti, che da Ted ottenne il prezioso endorsement nei giorni duri della battaglia con Hillary Clinton alle primarie. Su Obama si stendeva allora, con quel gesto, l’ala protettiva della leggendaria famiglia americana, dinastia reale in un Paese che i ‘re’ li ha nominati sul campo e mai subiti, da John Fitzgerald a Elvis. “La nostra eredità”, ruggì l’ultimo patriarca della dinastia, “passa a una nuova generazione di Americani”. Ted Kennedy, fratello di John, Bob ed Eunice, scomparsa il 10 agosto scorso, era il più giovane dei nove figli dell’irlandese Joseph e di Rose Fitzgerald. Settantasette anni, tre figli dei quali uno, Patrick, ha intrapreso la car riera di deputatodivenne senatore del Massachusetts nel 1962, occupando il posto che John aveva lasciato per ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti. Sempre rieletto al Senato, ha incarnato l’anima più progressista dei Democratici nei temi dell’immigrazione, del controllo delle armi, dei matrimoni omosessuali, e del salario minimo ai meno abbienti. Sull’aborto, invece, ha manifestato una sostanziale opposizione alla sua legalizzazione pur dicendosi comprensivo delle ragioni di chi abortisce. “Merita l’omaggio di tutto il mondo libero”, ha sottolineato, tra i capi di Stato e di governo che piangono la scomparsa di Kennedy, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. |