CARACAS
Per fortuna questa volta la scultura in questione non è stata né distrutta né mutilata. E’ scomparsa solo per essere restaurata.
Era il «nostro» San Francesco, la bellissima statua che il maestro Giorgio Gori, artista toscano emigrato in Venezuela, aveva creato per la nostra collettività e per la città che tanto amava e nella quale aveva sviluppato il meglio del suo lavoro artistico. Dopo la sua morte la statua era stata donata al municipio di Baruta dall’Associazione Toscani del Venezuela ma il luogo scelto per ospitarla non era stato dei più felici. Per anni abbiamo atteso una collocazione più consone al suo valore artistico. Mesi fa su queste colonne è apparsa una campagna intitolata «San Francesco, l’emigrante dimenticato». Con amarezza la nostra giornalista Anna Maria Tiziano denunciava l’indifferenza con cui si assisteva al deterioramento di una così significativa opera d’arte. San Francesco, che ha predicato semplicità e amore tra tutte le creature viventi, era finito in un angolo della città sommerso dal frastuono del traffico e come se ciò non bastasse era stato spogliato anche della targa posta nel piedistallo con la dedica dei toscani. La nostra campagna non è caduta nel vuoto. I dirigenti del Centro Italiano Venezolano e gli amici toscani hanno preso contatto con le autorità di Baruta. E così, finalmente, è stata trasportata a Turumo per farla restaurare e darle, in seguito, una collocazione più degna a «Prados del Este», probabilmente lo stesso giorno in cui si celebrerà l’anniversario del Santo.
E’ stata svelata dunque l’identità della statua che per troppo tempo, a causa del furto della targa, era rimasta un’immagine sconosciuta e toccante con le sue mani rivolte verso il traffico nervoso di Caracas. E soprattutto ci rallegra sapere che da questa «scomparsa» il Santo Poverello risorgerà, restaurato, in un luogo dove, finalmente, la sua ascetica bellezza potrà essere maggiormente apprezzata.