Ballottaggi: il centrosinistra conferma Firenze e Bari, il centrodestra strappa Lecce

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.(oto @Imagoeconomica, dal sito del Partito Democratico)

MADRID. – I ballottaggi dei 14 capoluoghi di provincia confermano una situazione di sostanziale equilibrio tra centrodestra e centrosinistra, come segnalato già dalla crescita di entrambi i poli alle europee di due settimane fa, con il crollo del centro e del Movimento 5 Stelle.

Il centrosinistra si impone, confermandosi, nelle due città più importanti in palio, Firenze e Bari: nel capoluogo toscano, Sara Funaro si impone con 60 per cento dei consensi ed è, come dice il governatore toscano Eugenio Giani, “la prima donna sindaca di Firenze: è storia”.

Significativo anche il successo di Vito Leccese a Bari, che stravince col 70 e prenderà il testimone di Antonio Decaro: il segno che le vicende e le polemiche degli ultimi mesi che hanno coinvolto il comune (e il Viminale) non hanno intaccato il giudizio dei cittadini nell’amministrazione del centrosinistra. Centrosinistra che vince anche a Campobasso, Cremona, Perugia, Potenza e Vibo Valentia, passando da 6 a 7 poltrone.

Per Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, si tratta di “un’altra bella giornata per il centrosinistra e per il Pd” perché risultati dei ballottaggi “confermano che c’è un paese che chiede di occuparsi dei problemi reali delle persone e crede nell’alternativa. I cittadini hanno punito l’arroganza della destra e nel sud bocciano inequivocabilmente l’autonomia che spacca il paese”.

Il centrodestra però in realtà, confermando 5 capoluoghi sui 5 che aveva: perde Perugia, Potenza e Vibo, ma in compenso strappa Lecce e Rovigo alla sinistra e Caltanissetta al Movimento 5 Stelle. Avellino e Verbania vanno a due sindaci di liste civiche.

Considerando però anche gli eletti al primo turno, la forbice si allarga a vantaggio della sinistra, che ottiene 17 partendo da 13 sindaci uscenti, mentre il centrodestra esce con 10 sindaci sui 12 che aveva prima del voto. Curioso, anche se politicamente poco rilevante, il caso di Zerba, minuscolo Comune emiliano romagnolo, dopo anche al secondo turno i due candidati hanno chiuso alla pari, 28 voti ciascuno: viene eletto Giovanni Razzari, 73 anni, per una questione di anzianità, contro la 52enne Claudia Borré.

Lascia un commento