Netanyahu ‘pronto’ a un accordo parziale, Borrell: “Rischio dell’espansione della guerra è altissimo”

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MADRID. – In un’intervista all’emittente israeliano Channel 14, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele è disposto a sospendere i combattimenti a Gaza nell’ottica di un accordo parziale che preveda la restituzione di alcuni degli ostaggi detenuti da Hamas dal 7 ottobre, ma ha anche insistito sul fatto che la guerra non finirà finché il gruppo continuerà ad avere il controllo della Striscia.

Le parole del primo ministro israeliano, fa notare il Times of Israel, “sembrano contraddire i termini dell’ultima proposta israeliana di cessate il fuoco e di accordo sugli ostaggi, di cui alcuni dettagli sono stati presentati dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden il mese scorso e che, secondo quanto riferito, prevede un cessate il fuoco temporaneo nella prima fase dell’accordo, da estendere in una ‘calma sostenibile (cessazione delle operazioni militari e delle ostilità in modo permanente)’ nella seconda fase”.

A reagire immediatamente all’intervista è stato il Forum che riunisce le famiglie degli ostaggi e dei dispersi, che hanno condannato “fermamente la dichiarazione del Primo Ministro in cui ha fatto marcia indietro rispetto alla proposta israeliana. Questo significa che sta abbandonando 120 ostaggi e sta violando il dovere morale dello Stato di Israele nei confronti dei suoi cittadini”, ha dichiarato il gruppo in un comunicato.

L’esercito israeliano ha riferito di aver colpito nella notte obiettivi militari in Libano, in particolare “una struttura militare di Hezbollah” e “siti di infrastrutture operative di Hezbollah”. Le dichiarazioni dell’IDF, ancora non verificate in modo indipendente, aumentano i timori di un allargamento del conflitto, con l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, che al suo arrivo al Consiglio Esteri a Lussemburgo ha detto:

“Il rischio che questa guerra colpisca il Sud del Libano e si espanda è ogni giorno più grande. Sono molto preoccupato. Siamo alla vigilia dell’espansione della guerra”, aggiungendo poi che “la consegna degli aiuti a Gaza è impossibile: nulla entra e una parte degli aiuti marcirà presto, sarà perso”.

Intanto, a Gaza, il direttore dell’ambulanza e del pronto soccorso del dipartimento di emergenza di Gaza, Hani al-Jaafarawi, è stato ucciso da un attacco israeliano contro una clinica medica, ha dichiarato il ministero della Sanità del territorio. Nella notte l’agenzia di stampa palestinese Wafa ha inoltre riferito che due membri del personale medico sono stati uccisi in un attacco alla clinica al-Daraj e che un civile palestinese è stato ucciso in un attacco israeliano a sud-est di Gaza City. Le affermazioni, nota il Guardian, non sono state verificate in modo indipendente, mentre oggi Save the Children ha chiesto un’indagine sui bambini scomparsi di Gaza, sottolineando che si stima che siano 21.000 i bambini scomparsi, detenuti o sepolti sotto le macerie o in fosse comuni a causa dell’operazione israeliana a Gaza.

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