Tajani: “Dal 7 ottobre mai autorizzate armi ad Israele. No attacchi su Rafah”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante un'informativa in aula della Camera, Roma, 10 ottobre 2023. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

MADRID. – “Le conclusioni del vertice G7 di Borgo Egnatia sono eloquenti, siamo contrari a una operazione di larga scala a Rafah”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in audizione presso le commissioni congiunte Esteri di Camera e Senato sulla situazione in Medio Oriente, torna a ribadire la posizione dell’Italia sulla necessità di evitare ulteriori escalation nella Striscia di Gaza, sottolineando che anzi l’Italia sta lavorando “per l’invio di beni alimentari e di prima necessità, con il supporto logistico tramite il Pam per la distribuzione”, e di aver anche ripristinato i fondi, “pari a 5 milioni, per l’Unrwa, destinati a progetti specifici per i rifugiati in Cisgiordania, Siria Libano e Giordania.

La sospensione si era resa necessaria per le verifiche rispetto a quanto avvenuto qualche mese fa, l’Unrwa ha garantito la messa in campo di misure per garantire la neutralità dell’operato, e monitoreremo che i fondi vadano effettivamente ai cittadini”.

Per quanto riguarda le voci ricorrenti che vorrebbero l’Italia continuare a fornire armi a Israele, Tajani smentisce, anzi chiarisce: “Dal 7 ottobre (il giorno degli attentati di Hamas, ndr) non sono mai più state concesse autorizzazioni per la vendita di armi allo Stato di Israele, cosa che ha provocato anche una polemica forte nei miei confronti da parte del governo israeliano. Detto ciò, le licenze autorizzate prima del 7 ottobre sono state autorizzate tutte, caso per caso, e abbiamo inviato in Israele solo materiali che non possono essere utilizzati contro la popolazione civile come ad esempio pezzi di ricambio radio”.

Tajani spiega anche che “l Striscia di Gaza deve essere parte integrante del futuro Stato Palestinese, ma voglio ribadire che per l’Italia non c’è spazio per Hamas nel futuro governo della Palestina, siamo pronti a sostenere concretamente l’Autorità nazionale palestinese”.

È vero però che secondo il governo italiano “le scelte unilaterali di riconoscimento della Palestina da parti di alcuni Paesi – Irlanda, Spagna, Norvegia – che rispettiamo, rischiano però di rivelarsi controproducenti, non è tempo di azioni simboliche ma di fatti e azioni concreti”: secondo Tajani la strada del riconoscimento reciproco “passa da negoziati con Israele”.

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