Yolanda Díaz: “Il presidente Sánchez prima del 9 luglio deve presentare i provvedimenti. In caso contrario, in Parlamento parlerà a nome del Psoe ma non del governo”.
MADRID – Non perché attesi hanno sorpreso meno. Si dava per scontato che il presidente del Governo, Pedro Sánchez, nelle sue vesti di Segretario generale del Psoe avrebbe promosso una profonda rinnovazione ai vertici del partito socialista. E così è stato.
A Siviglia, dopo la chiusura della “IV Conferenza dell’Onu sul finanziamento dello Sviluppo”, il presidente Sánchez ha consultato María Jesús Montero, N.2 del Governo e del Psoe, prima di dare il via alla rimodellazione del partito. Ha iniziato con l’allontanare lo zoccolo duro di Santos Cerdán; il circolo più prossimo all’ex segretario di Organizzazione, ora in carcere sospettato di essere presuntamente la “mente” di una vasta trama di corruzione.
Due giorni prima del “Comitato Federale”, convocato dopo la crisi esplosa a causa delle rivelazioni sulla trama di appalti illeciti, mazzette e traffico d’influenza a cui avrebbero partecipato, secondo un dossier dell’Unità Anticorruzione della “Guardia Civil”, l’ex ministro José Luis Ábalos, il suo assistente Koldo García e il segretario di Organizzazione, Santos Cerdán.
Juan Francisco Serrano, mano destra di Cerdán a Ferraz, e Javier Cendón, Segretario provinciale di León, sono due delle figure che abbandoneranno i vertici del partito socialista. Ma il rimpasto non si limiterà a loro. Altri membri del partito subiranno medesima sorte. E non perché vicini a Cerdán. È questo il caso, per esempio, di Esther Peña che molto probabilmente non sarà più portavoce del Psoe.
Sánchez vuole trasmettere l’immagine di un partito capace di rinnovarsi e di affrontare le crisi. I cambiamenti che si attendono non saranno “chirurgici” ma sicuramente molto profondi.
Non saranno neanche, almeno per il momento, quelli chiesti dalla leader di Sumar e vicepresidente del Governo, Yolanda Díaz.
Dalla riunione della “Commissione di Monitoraggio del Patto di Coalizione”, i rappresentanti di Sumar sono usciti con più dubbi che certezze e con la consapevolezza che il Psoe non è ancora riuscito a superare lo shock che ha rappresentato sapere che gli ultimi due segretari di Organizzazione sono indagati per corruzione.
La vicepresidente e leader di Sumar, Yolanda Díaz, che ha voluto che la “Commissione” si riunisse, ha chiesto al premier Pedro Sánchez, all’indomani del conclave, di dare “qualche segnale” prima di presentarsi in Parlamento. L’occasione potrebbe essere il “Comitato Federale”. Díaz ha anche avvertito che se non ci sarà un accordo preliminare su alcuni provvedimenti di contrasto alla corruzione, Sumar il 9 luglio in Parlamento non si sentirà rappresentato.
“Il presidente Sánchez prima del 9 luglio – è stato l’aut aut di Díaz – deve presentare i provvedimenti. In caso contrario, in Parlamento parlerà a nome del Psoe ma non del governo”.
La vicepresidente è preoccupata e non lo ha nascosto; è irritata, e non lo ha nascosto.
“L’incontro è andato male – ha commentato –. Il Psoe non è consapevole della situazione in cui si trova; della gravità del momento politico in cui ci troviamo. L’immobilismo non può continuare. Quando diciamo che dobbiamo dare una svolta, è che dobbiamo dare una svolta nella rigenerazione democratica e sociale”.
Dal canto suo, Enrique Santiago, deputato di Sumar e portavoce di “Izquierda Unida”, ha assicurato che l’incontro della Commissione è servito “a dare una scossa al Psoe” e a farlo uscire dallo shock causato dall’arresto di Santos Cerán.
Rispondendo alla preoccupazione di Yolanda Díaz, ha assicurato che molti provvedimenti proposti saranno presenti “nel pacchetto di misure che il presidente Sánchez annuncerà la mattina del 9 luglio”.
“Izquierda Unida – ha detto Santiago – si impiegherà affinché quel lavoro si realizzi con la partecipazione di tutte le forze che sostengono il governo di coalizione. Sarà la dimostrazione che il Governo ha ancora la forza per concludere la legislatura”.
Dubbi sulla continuità del Governo, invece, sono stati espressi da Arnaldo Otegi. Il polemico coordinatore di Eh-Bildu ha commentato che “non si può sostenere il governo con l’argomento che quelli che vengono sono peggio, molto peggio, e, tra l’altro, non sono esenti da casi di corruzione”.
Otegi è convinto che si vuole porre fine “a un governo che ha aperto alle forze indipendentiste”. In quanto ai casi di corruzione, il leader di Eh-Bildu si è chiesto:
“Chi si stupisce nello Stato spagnolo che ci siano casi di corruzione se Sua Maestà Juan Carlos I, architetto della gloriosa transizione, viene esiliato per un caso di corruzione?”
Mentre in seno alla coalizione che sostiene il governo, e nello stesso governo, il “caso Koldo”, l’arresto di Santos Cerdán e il timore che lo scandalo possa coinvolgere l’intero Psoe monopolizza il dibattito, a “Genova 13” prosegue il processo di cambio. Dopo aver annunciato che il nuovo segretario generale, in seguito alle dimissioni di Cuca Gamarra, sarà Miguel Tellado e che la portavoce del partito alla Camera bassa sarà Esther Muñoz, il presidente dei popolari ha annunciato che l’eurodeputata Alma Ezcurra sarà vicesegretario del coordinamento settoriale del partito.
La nuova portavoce del partito conservatore, seguendo la linea impostata da Tellado, va allo scontro diretto. Ha chiarito, dopo il tentativo di Núñez Feijóo di avvicinamento a Junts e al PNV:
“Non raggiungeremo nessun accordo che non sia all’interno della Costituzione”.
E ha escluso accordi con Junts sull’amnistia. A tale proposito, semmai ce ne fosse stato bisogno, ha commentato:
“Aspetteremo di vedere cosa dirà la Corte di Giustizia dell’Ue, ma noi continuiamo a dire che è illegale e anticostituzionale”.
Per quel che riguarda la proposta lanciata da Núñez Feijóo a Junts di rimpostare il contatore a zero, ha chiarito:
“Il contatore a zero vuol dire che o vuoi continuare nelle mani di un bugiardo o vuoi lavorare per ottenere miglioramenti per tutti i cittadini, compresi quelli della Catalogna”.
Redazione Madrid