MADRID. – Continua la discesa dell’inflazione nei Paesi Ocse. A maggio 2025, il tasso annuo misurato dall’indice dei prezzi al consumo (CPI) si è attestato al 4%, in calo rispetto al 4,2% di aprile. Si tratta del livello più basso dal giugno 2021 e di una diminuzione di 6,7 punti percentuali rispetto al picco registrato nell’ottobre 2022. Tuttavia, i prezzi restano del 33,7% superiori rispetto a dicembre 2019.
Nel dettaglio del G7, il tasso d’inflazione si è mantenuto stabile al 2,4% per il terzo mese consecutivo, con un’evoluzione sostanzialmente invariata in quasi tutti i Paesi membri. Fa eccezione l’Italia, dove si è registrato un rallentamento della crescita dei prezzi, attribuibile soprattutto alla frenata dell’inflazione core (al netto di alimentari ed energia), scesa di 0,3 punti percentuali, e al calo dei prezzi energetici.
Nel complesso dell’area euro, l’inflazione misurata dall’indice armonizzato è scesa all’1,9% a maggio, rispetto al 2,2% di aprile. Anche qui il rallentamento è stato trainato da una netta diminuzione dell’inflazione dei servizi (-0,8 punti) e della componente core, scesa al 2,3%, minimo da gennaio 2022. Secondo le stime flash di Eurostat, a giugno l’inflazione nell’eurozona si sarebbe mantenuta stabile al 2%.
In Italia, i dati confermano una dinamica in raffreddamento, coerente con il contesto europeo. Il nostro Paese si distingue nel G7 come uno dei pochi dove l’inflazione headline è diminuita in modo significativo, segnale positivo che potrebbe sostenere la fiducia dei consumatori e delle imprese dopo un lungo periodo di pressione sui prezzi. A livello OCSE, la componente core dell’inflazione è scesa al 4,4%, con cali in 24 Paesi e aumenti solo in 5. L’inflazione alimentare è rimasta stabile al 4,6%, mentre quella energetica ha segnato un lieve calo (-0,3%). Tuttavia, i livelli cumulati dei prezzi di alimentari ed energia restano superiori del 40% rispetto al dicembre 2019.
Nell’ambito del G20, l’inflazione è scesa al 3,9% (dal 4,1% di aprile), con segnali positivi anche da economie emergenti come Brasile e Indonesia. In Argentina, l’inflazione annua si è ridotta drasticamente al 43,5%, sei volte meno rispetto a un anno fa.
(Redazione)