MADRID. – Medioriente, Ucraina e spese per la difesa. Sono i temi trattati dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, – giovedì 3 luglio – in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Senato e Camera sugli esiti del vertice Nato svoltosi a L’Aja dal 24 al 25 giugno. Tajani ha ribadito l’urgenza di un cessate il fuoco in Ucraina e di voler “salvare il maggior numero possibile di civili palestinesi”.
E sul 5% del Pil per le spese militari ha assicurato: “Sarà graduale e compatibile con i vincoli di bilancio”. “Continuerò ad andare avanti per salvare il maggior numero possibile di civili palestinesi. È una questione di coscienza, è una questione politica. Nessun Paese al mondo – tranne Qatar ed Egitto – ha accolto nel proprio interno un numero di palestinesi da Gaza pari a quello accolto dall’Italia. Non è solo un’operazione umanitaria. È una operazione politica” ha detto Tajani che nel suo intervento ha spiegato che “investire in sicurezza è un concetto molto più ampio di acquistare bombe o carrarmati, ma è un impegno per la pace”.
“Investire in sicurezza significa anche investire nel nostro sistema imprenditoriale, potenziare la capacità di gestire emergenze e calamità, rafforzare il contrasto al terrorismo” ha aggiunto. “Non possiamo più limitarci ad essere protetti dagli Stati Uniti” ha continuato il ministro che ha poi sottolineato: “Atlantismo ed europeismo sono i due cardini della politica estera di questo governo. La Nato è e resterà il fondamento della nostra sicurezza”. “L’Europa – ha aggiunto – deve assumersi le proprie responsabilità. Per questo all’Aja è stato assunto un nuovo impegno in materia di spesa. Il nuovo obiettivo del 5% è un passo coraggioso”. “Il raggiungimento dell’obiettivo del 5% sarà graduale e compatibile con i vincoli di bilancio” ha precisato inoltre Tajani.
“Il vertice Nato è stata l’occasione per ribadire la vicinanza all’Ucraina. I massicci attacchi di Mosca anche degli ultimi giorni dimostrano l’urgenza di un cessate il fuoco. Putin deve dimostrare di volere il dialogo ma i fatti ci dicono che la volontà non c’è” ha continuato Tajani. “Non possiamo escludere il ricorso a nuove sanzioni” ha aggiunto il ministro che ha ricordato che si sta “lavorando alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina in programma il 10 e 11 luglio a Roma. Ci aspettiamo la presenza di numerose imprese italiane”. “Aiuteremo l’Ucraina nella ricostruzione. Speriamo sia un trampolino di lancio per la pace”, ha detto il capo della Farnesina.
(Redazione)