Ábalos nega di aver ricevuto “mazzette” in cambio di appalti

L'exministro José Luis Ábalos e il suo consulente Koldo García


L’ex ministro dei Trasporti e il suo consulente sono stati ascoltati dal magistrato Puente che indaga su una probabile trama di corruzione e tangenti


MADRID – Il magistrato Leopoldo Puente ha ritenuto innecessario, almeno per il momento, il carcere preventivo, che era tra le richieste dell’Unità Anticorruzione. Josè Luis Ábalos, ex ministro dei Trasporti ed ex numero 3 del Psoe, e il suo ex consulente, Koldo García, continueranno a piede libero ma a disposizione della magistratura. La situazione degli indagati, quindi, resta inalterata. Il giudice si è limitato alle misure cautelari già in atto.

Ábalos e García  sono accusati di essere le pedine principali di una rete di corruzione le cui origini potrebbero risalire a oltre 10 anni fa’. Il ruolo svolto da Ábalos all’interno del Psoe e la sua vicinanza al premier Sánchez hanno immediatamente dato al “caso” una enorme rilevanza mediatica.
L’ex ministro, interrogato dal magistrato, si è detto estraneo agli affari che gli sono imputati: assegnazione di appalti in cambio di denaro. Ábalo ha anche detto di non riconoscersi negli audio registrati da García; registrazioni che l’Unità Anticorruzione della “Guardia Civil” ha presentato come prove di possibili manovre illecite e tangenti. Il numero 3 del Psoe ha anche assicurato di “non avere mai avuto le conversazioni ascoltate”. Ha poi dichiarato di non appartenere a trame delittive, rispedendo ogni accusa al mittente.

A differenza di Ábalos, García, anch’egli citato a dichiarare davanti al giudice, ha esercitato il diritto a non dichiarare. Concluso l’interrogatorio, è uscito dal tribunale senza rilasciare dichiarazioni alla stampa. García aveva chiesto al magistrato di posticipare la sua presentazione in tribunale, ma il magistrato Puente non ha acceduto alle sue richieste.

Il magistrato Puente indaga su una rete di corruzione alla quale farebbero capo l’ex ministro Ábalos, il suo consulente García e l’ultimo segretario di Organizzazione del Psoe, Santos Cerdán. L’indagine promossa dalle “accuse popolari” guidate dal Partito Popolare, se dovesse risultare non circoscritta ai tre principali indagati ed allargarsi ad altri membri del partito, potrebbe avere riscontri assai gravi per il Governo e provocare un terremoto in seno al Partito Socialista.

Redazione Madrid

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