Il magistrato incaricato di far luce sul “caso Koldo” ha ordinato di clonare la casella di posta elettronica dell’ex segretario di Organizzazione del Psoe
MADRID – Il magistrato Leopoldo Puente, incaricato di far luce sul “caso Koldo”, ha ordinato all’Unità Anticorruzione della “Guardia Civil” di clonare la casella di posta elettronica di Santos Cerdán, l’ex segretario di Organizzazione del Psoe coinvolto in presunte attività illecite legate alle aggiudicazioni di appalti pubblici. L’operazione, seguita da un nutrito numero di giornalisti, si è svolta nella sede centrale del partito socialista, nella “calle Ferraz”, dove Cerdán aveva il suo ufficio.
L’obiettivo della clonazione è verificare l’eventuale presenza, nella casella postale di Cerdán, di messaggi compromettenti riconducibili a processi di aggiudicazione di appalti manipolati a cambio di tangenti o commissioni illegali.
La sede del Pdoe non è stato l’unico bersaglio nella mira del magistrato Puente. Infatti, agenti dell’Unità Anticorruzione si sono recati anche al ministero dei Trasporti, per accedere alle email dell’ex ministro José Luis Ábalos.
L’inizio delle indagini risale a circa 10 anni fa. Si concentrano essenzialmente in una rete di corruzione: assegnazione di contratti pubblici, tangenti e arricchimento illecito. Tra i soggetti coinvolti, Santos Cerdán ed alcuni imprenditori. L’attenzione degli inquirenti si è concentrata su 11 appalti: 5 relativi a Adif, l’ente responsabile della costruzione e manutenzione della rete ferroviaria, e 6 che coinvolgono la Direzione Generale delle Strade. Sono tutti progetti su larga scala. Ad esempio, la galleria sotterranea di Murcia, la costruzione della piattaforma del corridoio mediterraneo ad alta velocità tra Murcia e Almeria.
Il giudice, nel corso delle indagini, ha autorizzato l’accesso a circa 400 conti correnti bancari, presso una trentina di istituti finanziari, intestati agli indagati o alle loro aziende. Un’operazione, questa, volta a individuare movimenti di denaro sospetti, possibili riciclaggi e benefici economici illeciti.
Il magistrato Puente, ieri, non solo ha iscritto formalmente Santos Cerdán nel registro degli indagati ma ha anche esteso le indagini a cinque imprenditori. Questi sono sospettati di aver pagato tangenti per ottenere aggiudicazioni irregolari.
Per il momento, le perquisizioni hanno portato al sequestro di migliaia di documenti cartacei e 59 dispositivi elettronici, tra cui 38 appartenenti all’ex ministro Ábalos. Il giudice, comunque, ha ritenuto non pertinente la perquisizione della sede del Psoe e dell’ufficio di Cerdán. Ha considerato che i provvedimenti avrebbero potuto essere ritenuti troppo invasivi.
L’operazione di polizia presso le sedi del Psoe e del ministero delle Infrastrutture è stata interpretata come una svolta nell’indagine contro la corruzione nel settore pubblico.
A Ferraz si temono le ripercussioni politiche sul partito, già duramente colpito dalla presenza di due suoi alti esponenti, Cerdán e Ábalos, tra gli indagati. Temono anche che l’esposizione mediatica della quale è stata oggetto la sede del. Psoe possa far pensare che il partito possa essere coinvolto in eventuali finanziamenti illeciti a cambio di appalti pubblici.
Redazione Madrid