Spagna, Turull (Junts) al presidente Sánchez: “La pazienza del partito ha raggiunto il limite”

Jordi Turull e Miriam Nogueras, esponenti di Junts, con il premier Pedro Sánchez


Il leader di Junts ha ribadito che al suo partito interessano gli accordi presi, grazie ai quali Pedro Sánchez ha ottenuto i voti necessari per essere eletto presidente del Governo.


MADRID – Junts, il partito indipendentista conservatore della Catalogna, vuole che il presidente del Governo, Pedro Sánchez, nomini un mediatore che possa negoziare, così come faceva Santos Cerdán. Lo ha reso noto Jordi Turull, segretario generale di Junts. Dopo l’incontro con il premier, Turull, alle porte del Parlamento, ha detto ai giornalisti di aver notato il capo del Governo “molto preoccupato”, cosa che ha ritenuto normale, visto le circostanze.

Turull ha riconosciuto che, nel corso del colloquio, si è parlato soprattutto degli accordi ancora da definire. Ha confessato che la pazienza del partito “è ormai al limite”, per la mancata adempienza degli accordi presi. Ha ribadito che al partito indipendentista conservatore interessano gli accordi presi, grazie ai quali Pedro Sánchez ha ottenuto i voti necessari per essere eletto presidente del Governo.

Dolore, indignazione, confusione, tristezza. Sono alcune delle espressioni usate dal presidente del governo e segretario generale del Psoe, Pedro Sánchez, alla militanza e ai simpatizzanti del partito socialista.

A motivare la lettera sono stati i recenti casi di corruzione collegati a un rapporto dell’Unità anticorruzione della “Guardia Civil” che svela una rete di corruzione, di appalti e tangenti, riconducibile all’ex ministro José Luis Ábalos e l’ex segretario di Organizzazione del Psoe, Santos Cerdán.

“Il sospetto che compagni che abbiano ricoperto alte responsabilità abbiano tradito la fiducia di questo partito e dei cittadini – ha scritto il Premier – è una ferita che fa male a tutti”

Premier è un titolo che, in italiano, si può scrivere con la maiuscola quando si riferisce alla carica ufficiale.

Il segretario generale del Psoe ha sottolineato che la reazione è stata “immediata” e “veemente”.

“È stato chiesto agli implicati le dimissioni – ha scritto -. Senza sfumature né ambiguità. Senza confondere la lealtà con la complicità, né la presunzione d’innocenza con l’impunità”.

Nella lettera, il presidente Sánchez si è riferito alle registrazioni fatte da Koldo García. In queste si parla di Ábalos e dei suoi incontri con le “escort”.

“Nessun militante di un partito come il nostro può guardare con indifferenza le notizie di atti che ci ripugnano. Non solo per la mancanza di esempio. Ma per il ‘machismo’ che trasmettono alcune dichiarazioni note, totalmente incompatibili con i valori progressisti e profondamente della nostra formazione”.

Il riconoscimento dei valori femministi e progressisti del Psoe riflette la necessità di mantenere una linea etica e coerente. Il presidente Sánchez ha difeso l’immediatezza della risposta, e la determinazione con cui sono state chieste le dimissioni.

Ha ammesso che non vi è partito nel mondo “immune all’infamia della corruzione”, l’importante è come agisce una volta scoperta la rete di decomposizione.

“Noi espelliamo chi ci tradisce – ha scritto il premier -. Altri, li proteggono. Noi denunciamo le pratiche corrotte, altri le insabbiano e le tutelano”.

Ha quindi assicurato di essere venuto a conoscenza del contenuto del rapporto dell’Unità anticorruzione, solo.

Una volta pubblicato. È questa, ha scritto Sánchez, “una prova della salute democratica del Paese”, “la dimostrazione della divisione dei poteri”.  Ha informato che aprirà un dibattito “sereno per migliorare e proporre soluzioni”. Il premier. Ha concluso la sua lettera avvertendo che si è “di fronte ad un’operazione di demolizione morale, attraverso. Procedure. Che comportano. Più pericolo per la democrazia di quanto si voglia combattere”.

Dal canto suo, l’opposizione ha reagito con estrema severità. Alberto Núñez Feijóo, presidente del Partito Popolare, il più grande del paese, nonostante stia all’Opposizione, ha ribadito che l’unica proposta che accetterebbe dal presidente Sánchez sarebbero le dimissioni.

“Se ci fosse un minimo di dignità – ha detto Núñez Feijóo intervistato dalla Cope. -, uno qualsiasi dei partner del Psoe direbbe al signor Sánchez qui finisce il mio sostegno, devi dimetterti”

Núñez Feijóo ha quindi speculato sulla possibilità di ulteriori dettagli sulle indagini che potrebbero finire col coinvolgere altri esponenti del governo.

“Voglio leggere il libro completo. Per prendere le decisioni adeguate al momento opportuno”·. Ha quindi proseguito sostenendo che “molte persone, in buona fede, credono che basta che qualcuno si astenga”, ma, ha proseguito, “la Costituzione è molto chiara: sono necessari 176 voti il Partito Popolare, in questo momento, non li ha”.

Redazione Madrid

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