Spagna – Caso Koldo, premier Sánchez: “Chiedo scusa agli spagnoli”


Santos Cerdán non è più deputato, si è dimesso. Il rapporto della “Unidad Central Operativa” (UCO) della “Guardia Civil”, che indaga sul “Caso Koldo”, non gli ha dato altre vie d’uscita


MADRID – Il presidente del Governo, Pedro Sánchez, ha chiesto scusa ai cittadini e anche ai militanti del suo partito. Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa convocata dopo aver appreso con certezza che anche Santos Cerdán, segretario di Organizzazione del Psoe e sua mano destra, sarebbe coinvolto nel caso di corruzione in cui è implicato l’ex deputato e ministro José Luís Ábalos. Di elezioni anticipate, però, non se ne parla. Ha rifiutato ogni possibile eventualità.

– Voglio chiedere scusa – ha detto di fronte alle telecamere nella sede di Ferraz – perché fino a questa mattina ero convinto dell’integrità di Santos Cerdán. È vero che per settimane e mesi, e voi ne avete parlato nei media – ha ammesso rivolgendosi ai numerosi giornalisti presenti -, circolavano voci su presunte indagini in corso. Ma la verità è che non c’era alcun indizio della partecipazione di Santos Cerdán.

Ha affermato che dopo aver letto il rapporto della “Unidad Central Operativa” (UCO) della “Guardia Civil” ha chiesto “a Santos Cerdán di dimettersi come segretario dell’Organizzazione con effetto immediato e di dimettersi da deputato del gruppo parlamentare socialista”.

– Per questo – ha aggiunto -, ancora una volta, voglio chiedere scusa ai cittadini. Il Partito Socialista, e io come segretario generale del Partito Socialista, non avremmo dovuto fidarci di lui. Purtroppo, in questo mondo non esiste la “corruzione zero”, ma deve esistere la “tolleranza zero” quando si verifica.

Il premier Sánchez ha assicurato che nonostante “nonostante i rapporti positivi che il Tribunale dei Conti ha elaborato e pubblicato sullo stato delle finanze del Partito Socialista Operaio Spagnolo”, sarà avviato un audit esterno sulle finanze del Partito Socialista. Ha anche  asserito che in vista del prossimo Comitato Federale, promuoverà “una ristrutturazione della Commissione Esecutiva Federale del Partito Socialista”.

Il premier Pedro Sánchez

– Guardate – ha ammesso -, come qualsiasi altra persona ho le mie virtù e molti difetti. Ho molti difetti, ma ho sempre creduto e lavorato per la politica pulita… per il gioco pulito nella politica. Sono sempre stato impegnato nella rigenerazione democratica del nostro paese. Quindi, anche nella lotta contro la corruzione sia nel mio governo, sia nel mio partito. Voglio che sappiate che mi provoca una grande indignazione e una profonda tristezza vedere che un intero progetto politico, in cui confidano milioni di persone e da cui dipendono anche milioni di persone, possa essere condizionato dalla condotta di pochi.

Nel rispondere alle domande dei giornalisti presenti, il premier ha ribadito che per quanto possa risultare “sorprendente per i cittadini del nostro paese, questo è un governo che rispetta il lavoro delle forze e dei corpi di sicurezza dello Stato”.

Riguardo alla conversazione sostenuta con Santos Cerdán, dopo il “question time” al Parlamento e poco prima della conferenza stampa, il presidente Sánchez ha commentato che l’ex segretario di Organizzazione “ha difeso la sua innocenza”.

Poco dopo la conferenza stampa del premier Sánchez, Alberto Núñez Feijóo ha convocato a sua volta la stampa per definire le “scuse” del capo del Governo “insufficienti e deludenti” e chiesto siano convocate le elezioni anticipate.

– Il presidente – ha detto – non può pretendere di sopravvivere politicamente a Ábalos, prima, e a Santos Cerdán, dopo.

Ha quindi sottolineato che il Paese ha bisogno di “stabilità per dare continuità alle trasformazioni” in corso

Santos Cerdán non è più deputato. Non è più neanche segretario di Organizzazione del Partito Socialista Operaio Spagnolo. Uscendo per l’ultima volta come deputato dall’emiciclo della Camera bassa, ai giornalisti ha reiterato la sua innocenza e ha assicurato che dichiarerà volontariamente davanti alle autorità giudiziarie.

Il rapporto della “Unidad Central Operativa” (UCO) della “Guardia Civil”, che indaga sul “Caso Koldo”, non gli ha permesso altre vie d’uscita. Stando al dossier della “UCO”, Cerdán avrebbe gestito circa 620mila euro in “compensazioni economiche derivanti da Acciona Construcciones”, l’azienda che più si sarebbe avvantaggiata dall’assegnazione di contratti fraudolenti legati all’ex ministro dei Trasporti, José Luis Ábalos.

La pubblicazione del rapporto della UCO ha avuto l’effetto di un fulmine a ciel sereno. La militanza del Psoe è sotto shock e stenta a credere che le massime autorità del partito, che in questi giorni hanno fatto quadrato attorno a Cerdán difendendo la sua innocenza, non sospettassero.

Le indagini della UCO mettono in luce alcune conversazioni dell’ex consigliere ministeriale registrate tra il 2019 e il 2023. Dei 620 mila euro di cui parla la UCO, almeno 550 sono attribuiti ad “Acciona” e sarebbero direttamente associati a due assegnazioni nella regione di Murcia e 70 mila ad un immobile che non sembra sia associato a indagini.

Nel corso di una conversazione che la “Guardia Civil” fa risalire a circa due anni fa, Koldo García riferirebbe a Cerdán che ancora resterebbero “450 mila euro da pagare a Ábalos”.

Il rapporto della UCO fa anche riferimento ad altre presunte irregolarità negli appalti assegnati ad aziende il cui nome è stato reso noto dal presunto intermediario Víctor De Aldama.

Stando alla UCO, e alle rivelazioni di   De Aldama, Cerdán avrebbe promosso Koldo García prima come autista di Ábalos e, in seguito, come suo consigliere. Era una nomina che  gli “avrebbe permesso di esercitare una certa influenza nell’assegnazione di opere pubbliche a Acciona”.

Nel rapporto della UCO si analizzano contratti e appalti del Ministero del Trasporto, “presumibilmente truccati”.

Santos Cerdán, ancora prima di dimettersi da deputato e da ogni incarico all’interno del partito ha smentito ogni accusa e assicurato che avrebbe dichiarato volontariamente davanti al giudice. Intanto, la reazione dei partiti che sostengono il governo è stata pressoché unanime. Hanno chiesto spiegazioni, “quanto prima, meglio”.

“È di una gravità assoluta” ha detto la leader di Sumar e vicepresidente del Governo, Yolanda Díaz.

Assai dura è stata Ione Belarra, segretaria generale di Podemos, che ha affermato che ”non è il ‘caso Cerdán’ o il ‘caso Ábalos, è il ‘caso Psoe che arreca un danno irreparabile alla democrazia”

Redazione Madrid

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