MADRID. – “Un momento significativo: quasi a distanza di 60 anni qui, alla Camera, ospitiamo una mostra sulla tragedia di Mattmark. Il 30 agosto del 1965, alle ore 17:15, si staccarono due milioni di metri cubi di ghiaccio, travolgendo le baracche del cantiere della diga di Mattmark, in Svizzera, causando la morte di 88 persone, di cui 56 erano italiane. Sulla tragedia si è lavorato molto: per anni è stata dimenticata, ma grazie all’impegno degli storici, delle associazioni territoriali e dei custodi della memoria, si è compiuto un importante lavoro di ricostruzione e conservazione di quello che è stato l’evento più tragico nella storia dell’edilizia contemporanea svizzera”.
Con queste parole lo storico e deputato del Partito Democratico eletto nella circoscrizione estero, Toni Ricciardi, ha aperto questa mattina l’inaugurazione della mostra “Mattmark 1965 – 2025. Tragedia nella montagna”, allestita presso il Corridoio degli Atti parlamentari della Biblioteca della Camera dei deputati “Nilde Iotti”.
L’esposizione – organizzata con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Berna, del Consolato Generale d’Italia a Ginevra e del Governo del Cantone Vallese – si inserisce nel quadro delle commemorazioni per il 60esimo anniversario della tragedia che il 30 agosto 1965 colpì il cantiere della diga di Mattmark, in Svizzera. Le comunità italiane più colpite furono quelle della provincia di Belluno, che perse 17 uomini, e del comune di San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza, che pianse 7 vittime.
All’evento hanno partecipato anche Giorgio Silli, Sottosegretario agli Affari Esteri con delega agli Italiani all’estero, e Marco Osnato (Fdi), bellunese e Presidente della Commissione Finanze. Nel suo intervento Silli ha sottolineato l’importanza della memoria come strumento di consapevolezza per le nuove generazioni: “È indubbio che dobbiamo non solo ricordare, ma soprattutto far conoscere ai giovani cosa è stata davvero l’emigrazione italiana. L’Italia è oggi rappresentata nel mondo anche grazie ai milioni di emigrati che hanno lasciato il Paese affrontando fame, lontananza e, in troppi casi, la morte”.
“Importante ricordare queste tragedie per commemorare chi non c’è più e come monito per le nuove generazioni, affinché non succedano più. Ringrazio gli organizzatori: Domenico Mesiano, Presidente Associazione Italia-Valaise; Stéphane Marti, Presidente Fondazione Fellini; l’Associazione Bellunesi nel Mondo, il Comitato Mattmark e il collega Toni Ricciardi per l’organizzazione di questo importante evento nella ricorrenza dei sessant’anni dalla tragedia di Mattmark” le parole, invece, di Simone Billi, presidente del Comitato sugli Italiani nel Mondo.
All’appuntamento era presente anche Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie del ministero degli Affari esteri: “È importante mantenere viva la memoria di quanto l’immigrazione italiana ha significato anche in termini di sacrificio, ricordare che gli italiani all’estero hanno contribuito a costruire i Paesi dove sono stati accolti e anche l’Italia”. “C’è un significato profondo che va mantenuto, che va tramandato” ha aggiunto.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 20 giugno, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18 e propone documenti, immagini e testimonianze per restituire dignità a una delle pagine più drammatiche – e per troppo tempo dimenticate – dell’emigrazione italiana del Novecento.
(Redazione)