Leire Díez: “Non è un’indagine giornalistica svolta per conto di terzi”


L’ex militante socialista  ha precisato di aver dato “le dimissioni… ma temporali” e ha spiegato di aver raccolto per anni informazioni per un’inchiesta giornalistica iniziata circa tre anni fa, molto prima degli scandali che coinvolgono il Psoe e il Governo.


MADRID – Il suo lavoro di ricerca, le sue indagini non sono state svolte né in nome né per conto di terzi. Lo ha assicurato Leire Díez, la ex militante del Psoe che i mass-media hanno ribattezzato col nome di “fontanera”. Leire ha convocato i giornalisti a una conferenza stampa nel corso della quale avrebbe dato la sua versione dei fatti ma senza permettere ai presenti di formulare domande. Ed è stato così. L’ex militante socialista è arrivata all’appuntamento in largo anticipo e ha abbandonato la sala affollata dai rappresentanti della stampa affrettatamente. Lo ha fatto anzitempo per l’irruzione dell’imprenditore Victor de Aldama, coinvolto nel “caso Koldo”. Sfiorata  la rissa, con Aldama  che ha minacciato Díez con un “non finisce qua” e l’ex militante del Psoe che ha abbandonato la sala protetta dall’imprenditore Javier Pérez Dolset. 

Prima dell’incidente, l’ex socialista, che ha precisato di aver dato “le dimissioni… ma temporali”, aveva spiegato di aver raccolto per anni informazioni per un’inchiesta giornalistica iniziata circa tre anni fa, molto prima degli scandali che coinvolgono il Psoe e il Governo.

Díez è balzata agli onori della cronaca per la pubblicazione di alcune registrazioni telefoniche rese note dal quotidiano “El Confidencial”. In queste conversazioni telefoniche, chiedeva ad un meembro  dell’Uco informazioni compromettenti sul conto del comandante che indaga sui casi di presunta corruzione in cui pare siano coinvolti moglie e fratello del premier.

Díez ha negato di aver lavorato per il Psoe.

“È un lavoro – ha ribadito -. E non l’ho svolto per nessuno né per conto di nessuno”.

Un’affermazione, questa, alla quale il Partito Popolare non crede, così non crede nelle “dimissioni spontanee”. A Genova 13 sono convinti che Díez è scesa a patti con il partito socialista: tutta la documentazione a cambio della chiusura e archiviazione del fascicolo aperto dal Psoe.

“Non sono né ‘fontanera’ (nel linguaggio politico spagnolo la persona che agisce nell’ombra per risolvere problemi delicati e difficili anche con metodi poco ortodossi se necessari) né codarda – ha assicurato Díez -. Continuerò con il mio lavoro per completare il libro, difendendo le mie idee di libera cittadina. Non mi intimideranno. Non rinuncerò alle mie convinzioni”.

Alla fine del suo intervento, Díez è stata affrontata dall’imprenditore Victor de Aldama che l’ha rimproverata  in malo modo.

“Sta mentendo su tutto – ha assicurato poi Aldama ai giornalisti -. È una canaglia. Questa signora non sa cosa ha fatto venendo qua. Vedrete cosa succederà… anche al presidente del Governo e al signore Cerdán”.

La reazione del mondo politico non si è fatta attendere.

Ione Belarra, leader di Podemos, ha messo in dubbio che Díez fosse “un militante di basso livello”. E ha aggiunto che il premier dovrà dare spiegazioni.

Più prudente la portavoce di Sumar, Veronica Barbero.

“Bisognerà indagare se la storia di Díez risponde alla realtà dei fatti – ha detto – e da lì vedere se questa persona ha qualche tipo di responsabilità”·.

Dopo quanto avvenuto durante l’incontro di Leire Díez con i giornalisti, Yolanda Díaz, seconda vicepresidente del governo, ha commentato che “la corruzione e il grottesco non sono compatibili con la democrazia”.

“Credo che sia arrivato il momento di dare spiegazioni con grande serenità – ha detto – e continuare a fare ciò che deve essere fatto nel governo”.

Molto severo il giudizio del presidente del Partito Popolare, Alberto Núñez Feijóo. Ha accusato il governo e il PSOE per il “degrado istituzionale, morale ed etico” in cui, a suo avviso, è caduto, soprattutto dopo l’apparizione di Díez, che gli ha causato “imbarazzo”.

“La Spagna non merita il degrado che stiamo vivendo ma un governo decente” ha detto Núñez Feijóo per poi affermare che il suo partito è l’alternativa al degrado.

“Cadrete tutti insieme perché non siete all’altezza del grande paese che è la Spagna” ha detto Núñez Feijóo per poi aggiungere:

“Non può più andare avanti così, la Spagna non è una squallida e sordida discarica televisiva”.

Redazione Madrid

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