Italiani in allarme: 7 su 10 temono una nuova guerra

Nella foto d'archivio alcuni militari italiani della Brigata Sassari di stanza a Nasiriyah, Iraq.
Nella foto d'archivio alcuni militari italiani della Brigata Sassari di stanza a Nasiriyah, Iraq. ANSA /Stefan ZAKLIN


Un sondaggio Izi rivela timori crescenti tra la popolazione: il 75% è contrario all’aumento delle spese militari e cresce il desiderio di una difesa comune europea.


MADRID. –  La paura della guerra torna a farsi sentire tra gli italiani. Dopo decenni di relativa tranquillità, oltre il 70% della popolazione teme oggi lo scoppio di un nuovo conflitto su scala globale. A rivelarlo è un sondaggio realizzato dall’istituto Izi, presentato nel corso della trasmissione L’Aria che Tira su La7.

Il timore, che fino a pochi anni fa sembrava distante, è ora percepito come concreto: quasi il 60% degli intervistati ritiene possibile che una guerra coinvolga anche l’Italia o l’Europa entro i prossimi cinque anni. Secondo Giacomo Spaini, presidente di Izi, si tratta di un dato allarmante: “Per più della metà degli italiani, questa guerra non è solo un’ipotesi, ma una minaccia reale e vicina”.

Le aree considerate più a rischio sono il Medio Oriente (71%) e l’Europa orientale, in particolare il conflitto tra Russia e Ucraina (63%). Non mancano timori anche per l’Asia centrale (India e Pakistan) e per la tensione tra Cina e Taiwan.

Tra le paure più forti, quella dell’uso di armi nucleari: quasi il 70% degli italiani ritiene che sia un pericolo concreto in uno scenario di guerra mondiale.

Nonostante questo clima di incertezza, la maggioranza degli italiani si dice contraria a un aumento delle spese militari: il 75% è contrario alla strategia del riarmo. Solo il 24% si dichiara favorevole, e la contrarietà attraversa tutte le posizioni politiche, dalla maggioranza (60%) all’opposizione (82%).

Interessante anche la visione sul futuro della difesa: solo il 14% pensa che l’Italia debba rafforzare il proprio esercito, mentre quasi la metà preferirebbe un esercito europeo, e il 36% punta a un rafforzamento della Nato sotto guida statunitense.

Un segnale chiaro: gli italiani temono la guerra, ma non credono che più armi siano la risposta.

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