Leone XIV, primo Papa americano e agostiniano: “Costruire ponti per la pace”

Il nuovo Papa è Robert Francis Prevost, sarà Leone XIV. (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)


Eletto al quarto scrutinio, Robert Francis Prevost raccoglie l’eredità di Francesco. Festa a San Pietro. Mattarella e Meloni: “Auguri per un fecondo pontificato”


MADRID.– “Dio ama tutti incondizionatamente. Il male non prevarrà.” Con queste parole, pronunciate con voce emozionata dalla Loggia delle Benedizioni, il nuovo Pontefice si è presentato al mondo. Il conclave, riunitosi dopo la scomparsa di papa Francesco, ha eletto al quarto scrutinio Robert Francis Prevost, agostiniano statunitense di origini italo-spagnole, che ha scelto il nome di Leone XIV. Un’elezione rapida, in soli due giorni, salutata da una folla festante di oltre 150 mila persone radunatesi in Piazza San Pietro.

Papa Leone XIV è il primo Pontefice nordamericano della storia, ma anche il primo appartenente all’Ordine di Sant’Agostino. Uomo di Curia – dal 2023 alla guida del delicato dicastero dei vescovi – ha alle spalle una lunga esperienza missionaria in Perù. E proprio a quella terra ha rivolto alcune parole in spagnolo, interrompendo il discorso in italiano per salutare la sua “seconda patria”. Un gesto che ha confermato, sin da subito, la sua vocazione a unire popoli e culture.

Nel suo primo discorso, ha evocato con forza il tema della pace, parlando della necessità di “costruire ponti” tra i popoli e all’interno della Chiesa. Ha richiamato la sofferenza del mondo, l’importanza del dialogo, la continuità con la via sinodale promossa da Francesco. Una Chiesa “vicina a chi soffre”, ha detto, facendo risuonare parole care anche al pontificato di Bergoglio. Ma non ha mancato di accennare anche a Leone XIII – da cui ha preso il nome – pontefice della Rerum Novarum, la prima enciclica sociale della Chiesa.

Commosso, con la voce rotta dall’emozione e il volto segnato da lacrime contenute a fatica, Leone XIV ha ricordato la Madonna di Pompei – proprio l’8 maggio è la sua festa – recitando un’Ave Maria insieme ai fedeli. È stata la sua prima preghiera da Papa, dedicata alla pace nel mondo.

L’elezione è avvenuta in un conclave affollato, con 133 cardinali elettori provenienti da ogni parte del mondo. Nonostante i retroscena e le previsioni, alla fine ha prevalso un nome meno noto ma profondamente radicato nella missione pastorale della Chiesa. Accanto a lui, al momento dell’annuncio, c’era anche il cardinale Pietro Parolin, tra i favoriti della vigilia, a conferma di un clima di unità.

Leone XIV ha scelto una veste papale più tradizionale, con la mozzetta rossa che era stata messa da parte da dodici anni, e ha letto un testo preparato: gesto inedito per un nuovo Papa, ma coerente con il suo stile schivo e riservato. Non è autore di libri recenti né ha avuto una forte esposizione mediatica, ma la sua biografia riflette un crocevia di esperienze: nato a Chicago da padre con origini italiane e francesi e madre di origine spagnola, ha vissuto e operato tra Nord e Sud America.

In serata, sono arrivati gli auguri delle più alte cariche dello Stato italiano. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scritto: “Fervidi auguri per un lungo e fecondo pontificato. Gli italiani desiderano accompagnare Vostra Santità con preghiera e affettuosa vicinanza.”

Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha inviato un messaggio caloroso al nuovo Pontefice: “La nostra civiltà si fonda su una straordinaria sintesi tra fede e ragione. Il mondo ha bisogno della pace che Lei ha invocato più volte dalla Loggia, raccogliendo l’incessante azione del compianto Papa Francesco.”

Con Leone XIV, la Chiesa entra in una nuova fase, che promette di mantenere viva l’eredità dei predecessori ma anche di aprirsi con decisione ai bisogni del presente, all’insegna del dialogo, della vicinanza agli ultimi e della costruzione della pace.

(Redazione)

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