Spagna, premier Sánchez riferisce in Parlamento: il “blackout” in primo piano

Il presidente del Governo, Pedro Sánchez


Il blackout del 28 aprile, ha cambiato provvidenzialmente il corso del dibattito. Ha permesso al capo del Governo di concentrare il suo intervento sulla politica energeticae di affrontare la spesa militare, argomento che rischiava di spaccare il governo, solo in maniera superficiale.


MADRID – Tutto secondo copione. Il presidente del Governo, Pedro Sánchez, non poteva chiedere di meglio. Si attendeva un dibattito aspro, dai toni duri al limite della convivenza politica. E così è stato. Il premier, attaccato dal suo maggiore avversario, il presidente del Partito Popolare Alberto Núñez Feijóo, senza esclusione di colpi, ha ripagato con la stessa moneta.

Era previsto che il presidente Sánchez riferisse sulla spesa militare e i 10.471 milioni di euro stanziati per la sicurezza. Argomento, questo, assai delicato, visto le diverse anime che convivono nella coalizione di governo e di investitura. Il blackout del 28 aprile, però, ha cambiato provvidenzialmente il corso del dibattito. Infatti, ha permesso al capo del Governo di concentrare il suo intervento sulla politica energetica, in particolare sulle rinnovabili, e di affrontare la spesa militare, argomento che rischiava di spaccare il governo e rompere i suoi precari equilibri, solo in maniera superficiale.

Lo scontro tra gli attori politici che convivono nell’area di sinistra, che condividono posizioni ideologiche simili ma che, in materia di spesa militare, sono schierate in fronti diametralmente opposti, è stato per il momento rimandato. Nel corso del dibattito, comunque, sono state già date importanti indicazioni delle quali il presidente Sánchez, che è riuscito a guadagnare tempo, dovrà tenere conto e non potrà ignorare.

Il premier, quindi, ha messo in secondo piano la difesa e la spesa militare per concentrare il suo intervento nella difesa della politica energetica basata essenzialmente sulla promozione delle fonti rinnovabili. Ha accusato la destra conservatrice e ultraconservatrice di essere “lobbista dilettante” dei ricchi che controllano le compagnie elettriche, si  è congratulato con le istituzioni per la rapidità nella risposta alla “crisi” ed ha elogiato il comportamento esemplare dei cittadini durante il lungo “blackout”.

Dal canto suo, Alberto Núñez Feijóo ha risposto all’intervento del presidente Sánchez con ironia.

“Congratulazioni per il grande blackout – ha detto –, ascoltandola si direbbe che gli spagnoli desiderano che si ripeta”.

Il presidente dei “popolari” ha criticato la gestione dei servizi pubblici e ha difeso il nucleare in contrapposizione alla politica energetica del Governo che è orientata a una completa transizione ecologica.  Sánchez ha ricordato che in materia di energia in Galizia, quando Núñez Feijóo era presidente della regione, si stabilì che “tutta l’energia provenisse da fonti rinnovabili”.

Il dibattito è scivolato, quindi, sul piano ideologico: la sinistra ha difeso le rinnovabili mentre la destra ha spezzato lance a favore del nucleare come fonte energetica strategica.

Nel corso del dibattito, Ione Belarra, di Podemos, ha accusato il presidente Sánchez di “scrivere una delle pagine più nere della storia di questo paese” e di essere un “collaboratore necessario del genocidio israeliano”. Verónica Barbero di Sumar, dal canto suo, ha avvertito che, se dovessero ripetersi circostanze come quella del fallito acquisto di proiettili da Israele, il suo partito potrebbe ripensare la partecipazione nel Governo. Mertxe Aizpurua di EH Bildu ha rimproverato la mancanza di autocritica nel bilancio della difesa.

Gli schieramenti di destra, con ovvie sfumature diverse, hanno espresso la propria insoddisfazione per la gestione del blackout, accusando il governo di essere incapace di gestire e garantire i servizi pubblici.

“Ma chi si crede  di essere? Onnipotente?”, gli ha rinfacciato Núñez Feijóo, che ha poi lamentato che la politica di difesa “non si sottoponga  a votazione parlamentare”.

Redazione Madrid

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