Le note e le parole dell’indimenticabile cantautore italiano, il cui messaggio passa di generazione in generazione senza mai invecchiare, hanno di nuovo riempito la sala Galileo Galilei riscuotendo gli applausi del numeroso pubblico
MADRID.- Indimenticabile Faber. Sono trascorsi ormai 26 anni dalla sua morte ma le sue canzoni superano indenni le generazioni e non perdono né di forza né di attualità.
È per questo, per i valori che continuano a trasmettere le parole e la musica di Fabrizio De André, che Arci Madrid anche quest’anno ha voluto dedicargli un concerto, concerto che ha riunito i musicisti Francesca Esposito, Rocco Papia, Valeria Rossi, Marco Fischi, Dale Zaccaria, Carlos Avila, Gloria Novoa, Patricia Sanchez, Ruben Paniagua, Teresa Pieravanti, Alex Villota, Guglielmo Foffani, Miguel Colodron coordinati dalla flautista Benedetta Losa a sua volta coadiuvata dal percussionista Giulio Tinessa, rispettivamente segretaria e tesoriere dell’associazione Arci Madrid.
Un concerto con canzoni in italiano e in spagnolo ma non solo, anche in napoletano. L’iconica Bocca di Rose nella versione napoletana di Vincenzo Salemme e cantata da Peppe Barra, è stata interpretata da una strepitosa Francesca Esposito accompagnata alla chitarra dal bravissimo Rocco Papia. Rocco, sorpreso in treno dal blackout mentre veniva da Barcellona, pur di partecipare al secondo tributo a De André, ha trascorso la notte in uno degli spazi di emergenza messi a disposizione dei passeggeri dalle forze dell’ordine.
La serata è iniziata con un breve documentario che ha permesso ai presenti di vedere alcune immagini e di ascoltare la voce di De André. È stato come averlo di nuovo tra noi. Una grande emozione.
La presidenta di Arci Madrid, Mariza Bafile, accompagnata dal presentatore della serata Matteo Rossi Ugatti, ha ringraziato i presenti e ha ricordato i valori che animano l’Arci in Italia e in Europa. Ha parlato di inclusione, di difesa di ogni minoranza, di femminismo, di trans, di comunità LGBTQI+, di giustizia sociale e di antifascismo. Ha poi spiegato che la caratteristica che identifica Arci Madrid è l’inclusione. “Vogliamo essere una casa multietnica, uno spazio in cui tutt* si sentano accolti e rispettat* nelle proprie diversità considerate da noi, sempre, una ricchezza”.
Matteo Rossi Ugatti ha parlato brevemente dell’importanza di Faber, ha tradotto una strofa di Bocca di Rosa e ha presentato i primi musicisti della serata, Francesca Esposito e Rocco Papia.
La bravura di Francesca e di Rocco, l’energia travolgente di Francesca, il suo impegno sociale hanno conquistato il pubblico che ha partecipato ripetendo i ritornelli e battendo le mani al ritmo della musica. Le canzoni presentate, oltre a Bocca di Rosa, sono state “Nella mia ora di libertà”, “Morire per delle idee”, “Sidun”, “La ballata dell’amore cieco”. Per ognuna Esposito ha preparato un’introduzione spiegando il momento e il significato che avevano avuto e le ragioni per cui continuano ad essere tanto attuali.
Sullo schermo gigante si succedevano immagini e brani di testi di canzoni di De André.
Subito dopo Matteo, che ha mantenuto durante tutta la serata la consuetudine di leggere una strofa di una canzone tradotta allo spagnolo, ha chiamato sul palcoscenico Marco Fischi (voce e chitarra); Benedetta Losa (flauto), Giulio Tinessa (percussione digitale) e la cantante Valeria Rossi che ha interpretato magistralmente la bellissima canzone “Volta la carta”.
È stata quindi la volta di Dale Zaccaria che, sottolineando la profondità poetica di Faber, ha recitato “La canzone di Marinella” e “Hotel Supramonte” accompagnata dalla chitarra e dalla voce di Marco Fischi. Interpretazione che ha commosso il pubblico che ha applaudito con entusiasmo. Intanto sullo schermo sono apparse immagini di foto scattate da Dale Zaccaria che parlavano del suo impegno sociale, del suo voler testimoniare quella parte di società che resta invisibile agli occhi dei più.
Dopo la performance di Dale Zaccaria, il palcoscenico si è riempito dei musicisti della Scuola Do Mayor che per secondo anno consecutivo hanno partecipato, prestando anche i vari strumenti, al Tributo a De André. Quest’anno hanno anche tradotto e cantato i testi di Faber perché, ha spiegato Carlos Ávila (voce e chitarra), De André non è solo italiano, la sua musica è internazionale e merita di essere sempre più conosciuta anche fuori dalle sue frontiere.
Rubén Paniagua (chitarra e laud), Miguel Colodrón (batteria), Teresa Pieravanti (tastiera), Álex Villota (basso) insieme a Carlos Ávila, accompagnati sempre da Benedetta Losa (flauto) e Giulio Tinessa (percussione digitale) hanno preso posizione sul palcoscenico dopo la presentazione di Matteo Rossi Ugatti. Con loro le straordinarie cantanti liriche Gloria Novoa e Patricia Sánchez che hanno accompagnato la versione cantata in spagnolo da Carlos Ávila di “Via del Campo” e “La canzone dell’amore perduto”.
In seguito, Gloria e Patricia, a volte insieme, altre alternandosi al microfono, accompagnate da tutta l’orchestra, hanno cantato in un perfetto italiano “Geordie”, “Sally” e “Una storia sbagliata”.
Dopo un po’ si è unito a loro Guglielmo Foffani che suonando magistralmente la melodica è poi rimasto sul palco per accompagnare le cantanti Gloria Novoa, Patricia Sánchez, e il coro composto da Francesca Esposito, Valeria Rossi, Dale Zaccaria per eseguire la penultima canzone della serata “Dolcenera”.
Entusiasta il pubblico che ha partecipato durante tutta la serata i musicisti con passione, allegria e forti applausi.
Dopo i saluti e i ringraziamenti rivolti alla sala Galilei, ai musicisti, ai presenti tutti, ai membri Arci Madrid e in particolare a Giulio Tinessa e soprattutto a Benedetta Losa, anima e regista della serata, fatti da Mariza Bafile e da Matteo Rossi Ugatti, ha preso la parola brevemente Benedetta Losa per ringraziare ulteriormente tutti i musicisti, i cantanti, i colleghi della scuola Do Mayor che per secondo anno consecutivo hanno permesso ad Arci Madrid di ribadire i propri valori fondanti attraverso la musica e le parole di un grande come Faber.
(Redazione)